Il Sedile

7 indagati per il concorso a 297 posti in Guardia di Finanza.

Tra di essi figura anche un ufficiale delle Fiamme Gialle ed ex militari

Cronaca/di Redazione

Bari– Tremila euro: è la somma che sarebbe servita per superare i quiz e cioè il primo step del concorso per entrare nella Guardia di finanza. È questa l’ipotesi sulla quale sta lavorando la procura di Bari che ha aperto una indagine. Il fascicolo per il momento conta sette indagati, tra loro anche un ufficiale delle Fiamme Gialle in servizio a Roma, ex militari e cittadini che avrebbero pagato sperando di poter superare il concorso per diventare maresciallo della Guardia di finanza.

Secondo l’accusa, l’ufficiale della Guardia di finanza e gli ex militari indagati avrebbero chiesto una somma di denaro, garantendo – è detto dell’articolo del giornale – il superamento del primo step della selezione, e cioè i test a risposta multipla (prove che per il concorso per 297 posti di allievi marescialli si sono svolte a Bari tra aprile e maggio 2013, nella caserma della Guardia di Finanza, a Palese). La procura ipotizza la presenza di un vero e proprio tariffario. Per il superamento del quiz e quindi l’ammissione alla prova scritta la somma pattuita era di 3.000 euro.

Sarebbe stata a Roma la «regia» per truccare il concorso da maresciallo della Guardia di Finanza bandito nel febbraio 2013 e svolto a Bari nell’aprile scorso. È quanto ipotizzato dalla Procura di Bari che ha aperto un fascicolo sul presunto passaggio di denaro tra gli aspiranti finanzieri e alcuni militari che promettevano il superamento delle prove. Da fonti vicine agli ambienti giudiziari baresi si apprende che l’indagine – avviata nei mesi scorsi all’indomani della prima prova scritta del concorso, il test a risposta multipla – è ancora in una fase iniziale. Gli accertamenti si starebbero concentrando per il momento su prove documentali. Nelle scorse settimane gli investigatori hanno notificato decreti di perquisizione nei confronti di un ufficiale in servizio a Roma ed altri ex militari sempre romani.

 

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