di Redazione
Dopo cinque giorni a Galatina molte delle saracinesche delle condutture dell’EAAP sono ancora rotte e continuano a riversare acqua in città. Perdite che ormai da giorni si accumulano e riportano alla ribalta uno degli annosi problemi da sempre dibattuti e criticati concernenti il vetusto ed obsoleto ‘impianto idrico a cui è dovuta una notevole dispersione durante il trasporto del bene prezioso nelle città pugliesi ed a cui si aggiungono le continue problematiche che si creano nelle parti terminali dell’impianto nelle città. Questa volta la colpa sembra sia da imputare alla Ditta che sta sostituendo i contatori privati che nel chiudere l’erogazione dell’acqua avrebbe danneggiato le saracinesche. A parte i lavori a rilento vi è da evidenziare anche il modo approssimativo con cui i lavori di riparazione e di rimessa vengono effettuati. Principalmente nel centro storico dove ai basoli rimossi ed al successivo scavo si è proceduto alla ricostruzione dell’assetto stradale riempendo le buche con la stessa terra asportata e ricoprendo poi senza aver creato un assetto stabile nel sottostante terreno. Risultato finale è stato quello che dopo poche ore i basoli si sono avallati creando una affossatura che il tempo evidenzierà sempre di più. Insomma uno scempio. La più evidente si può rinvenire in prossimità della Chiesa di S. Caterina a due passi dalla sede dei Lavori Pubblici, un’ altra nei pressi dell’IPAB in via Scalfo. Questo è il centro storico della città d’arte e questi sono i risultati dei controlli di chi è preposto ai compiti di controllo e sorveglianza. Chiunque appalta o esegue per conto proprio lavori in cità si sente autorizzato a creare impunemente scempio nel territorio e senza mai alcun addebito perchè nessumo controlla mai. Sono testimonianza le strade cittadine in cui si può leggere senza tema di smentita la mappatura degli interventi dell’EAAP e dell’ENI e di chiunque altro mette mano sul manto stradale. L?EAAP continua a farsi pagare non solo l’acqua ed il trasporto ma anche la remunerazione del capitale sotto forma di un lauto interesse sul consumo, si paga la depurazione delle acque spesso inesistente e ci lascia pure i costi dei danni da loro provocati a nostro carico. E tutto tace dove una voce dovrebbe levarsi alta.