Una selezione pubblica per educatrici a tempo determinato vien fatta in tempi un pò sospetti.

PalazzoOrsini2Cronaca/Galatina/ di p.z.

Con la Determina 1769 del 20 novembre in esecuzione della deliberazione di Giunta Comunale n. 396/2014 è stata indetta una selezione pubblica, per titoli e colloquio, per la formazione di una graduatoria, dalla quale attingere per il conferimento di incarichi a tempo determinato, della durata massima di tre mesi, educatori/educatrici da assegnare all’Asilo Nido Comunale, in caso di assenza, per qualsiasi causa, del personale di ruolo. Prima delle considerazioni di ordine pratico esauriamo la parte tecnica.

Alla selezione possono partecipare i cittadini italiani o facenti parte di uno degli Stati membri dell’Unione Europea anche i cittadini stranieri che però devono essere in possesso di una adeguata conoscenza della lingua italiana. Altri requisiti sono il godere dei diritti civili e politici riferiti all’elettorato attivo, avere un’età non inferiore agli anni 18, essere in possesso di Diploma di istruzione di 2° grado congiunto al Diploma di Assistente d’Infanzia o Puericultrice o Vigilatrice d’Infanzia, essere in posizione di regolarità nei confronti degli obblighi di leva e di quelli relativi al servizio militare, avere l’idoneità fisica all’impiego, non essere stati destituiti, dispensati o decaduti dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione ed infine non aver riportato condanne penali e non aver procedimenti penali in corso.

Chi in possesso di detti requisiti può presentare domanda di ammissione al concorso entro e non oltre trenta giorni decorrenti dal giorno della pubblicazione sul sito internet istituzionale che è avvenuta il 20 di novembre 2014.

Passiamo ora alle considerazioni di natura politica. Mi soffermo un attimo sulla necessità intravista da parte dell’assessorato ai servizi Sociali, e prima ed ancora di più a chi programma il fabbisogno di personale in Pianta Organica, ed una considerazione viene spontanea: “si è atteso che scappassero i buoi per pensare allo steccato tutto da rifare”?  In questo caso i buoi sarebbero rappresentati dai bambini o meglio dai loro genitori i quali al momento dell’iscrizione molti di essi si son visti respingere la richiesta di iscrizione perchè raggiunto il numero massimo di iscrizioni. Oltre ad altre note vicende che solo in un servizio pubblico possono succedere quando vige un certo lassismo politico-amministrativo.

Hanno insomma rimandato indietro i bambini senza neanche una giustificata motivazione per poterlo fare, in quanto se non vogliamo parlare o meglio riparlare delle educatrici spostate in altri settori amministrativi, anche allo stato attuale ben due educatrici sono senza classe una addirittura perché non la vuole. Come se uno fa il gelataio ma non vuol fare i gelati e lo pagano pure, mica gli tirano un calcio nel sedere.

Accertata nello specifico, l’incompetenza o l’incapacità di chi deputato a programmare i fabbisogni di personale in  pianta organica, per il qual motivo si giunge al traguardo finale di rimandare addirittura indietro chi desidera che il proprio figlio sia seguito in una struttura pubblica, non si può esimere da responsabilità anche la parte politica rea di non essersi resa conto del problema dopo oltre due anni di governo cittadino ed averlo successivamente gestito addirittura peggio.

Sorgono dubbi, infatti, sui tempi di questa selezione per educatrici. Perché non è stata effettuata nei tempi dovuti? Fatta a Giugno-Luglio avrebbe avuto un senso ma fatta a Dicembre che senso ha? A parte il già citato surplus di educatrici rispetto alle classi per cui anche emergenze possono o potrebbero essere gestite, quante possibilità praticamente hanno i partecipanti alla selezione di riuscire ad avere una supplenza? Teoricamente zero, politicamente potrebbe succedere di tutto anche perché non dimentichiamo che le primarie sono alle porte e poi le regionali. Se il procedimento è di furbizia o opportunismo politico allora può starci, succede, non è bello ma se così è scritto da qualche parte che debba andare il mondo può starci.

Se poi l’intenzione è, invece, effettivamente quella di porre un  riparo ad errori del passato diciamo che il rimedio è peggiore del male. Sono ben altri, al momento, i problemi prioritari da risolvere in tempi brevi. Primo fra tutto vi è quello delle strutture di servizio per i bambini e personale. Via Pavia ha 50 anni alle spalle e li dimostra tutti a vista d’occhio. E’ inconcepibile, invece, che una struttura nuova che avrebbe dovuto essere da tempo agibile sia ancora lì in viale Don Bosco chiusa ed inutilzzata grazie al genio di tanti luminari dell’ingegneria ed architettura moderna locale, di tanti Renzo Piano di “noartri” che nel concepire una struttura per bambini pensano e progettano penasndo che a 3 anni si vada ancora con il pannetto. E si fanno pure concorsi e selezioni per andare a scovarli.