Controlli inesistenti, elusione delle regole, concessioni allegre. Città e cittadini indifesi.
Che la situazione stia diventando ormai quasi del tutto insostenibile è evidente a tutti. A tutti tranne a chi in maniera un po’ troppo disinvolta continua a rilasciare permessi per occupazione di suolo pubblico tramite gazebo senza poi controllare se siano state rispettate le regole. Ci eravamo a suo tempo interessati e fatto notare su queste pagine della pericolosità del tratto iniziale di via Corigliano proprio per via dell’autorizzazione concessa ad un bar per l’ impianto di un gazebo che creava e continua a creare notevoli difficoltà al traffico vista anche la vicinanza di una scuola pubblica che in orario di entrata ed uscita crea nei pressi del gazebo ingorghi spaventosi. Ma non è successo nulla anzi le autorizzazioni son continuate ad essere date a iosa e moltissime realizzate fuori legge senza che nessuno intervenisse per ripristinarne il rispetto.
Naturalmente, chi per primo ha agito gabbando impunemente le regole, con il suo precedente ha fatto da esempio e molti altri si son sentiti autorizzati ad agire in egual maniera nella convinzione e certezza dell’impunità. Basta fare una piccola passeggiata in città e ci si rende conto quanti di quei gazebo, che deturpano l’architettura cittadina, hanno rispettato in toto le regole.
Spesso succede anche che le regole ed i pareri vengano interpretate in modo del tutto personale da deludenti ed arroganti figure istituzionale sia politiche che burocratiche. Oltre all’omessa vigilanza spesso aggravano ancor di più la situazione omettendo essi stessi il rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici. Confondono il rispetto dell’armonia architettonica dei luoghi con la cubatura, ritengono il gazebo parte integrante della pedana e peggio ancora non riescono neanche a leggere correttamente ciò che prescrive la stessa Soprintendenza nel proprio parere autorizzativo.
Poi ti arriva il “deus ex machina” che pur avendo capito benissimo di aver commesso un enorme cazzata non si rilegge le prescrizioni della Soprintendenza e pretende di telefonare per risentirsi con la stessa e chiarire meglio. Risentirsi per cosa se lo scritto è chiarissimo? Probabilmente le difficoltà deriveranno proprio dalla capacità di capire quel che si legge? Allora in questo caso bisogna solo alzare le mani al cielo e rassegnarsi.
Tutto ciò è quanto è successo con uno degli ultimi capolavori concessori di occupazione di suolo pubblico con allocazione di una pedana, un posacenere in una piccola botte di legno e l’installazione di un gazebo in legno con struttura metallica smontabile da realizzarsi sul suolo pubblico in piazza Lillo al civico 15.
Il 20 gennaio 2015, ecco cosa scrive la Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici di Lecce, Brindisi e Taranto a proposito delle autorizzazione all’installazione della suddetta struttura: “ Considerate le caratteristiche di interesse storico del sito in esame, tutelato ai sensi dell’art. 10 comma 4 del Dlgs 42/2004 in quanto area limitrofa al centro storico di Galatina, prossima al circuito delle antiche mura urbiche in corrispondenza di una probabile porta collocata in direzione di Soleto e dell’attuale chiesa delle Anime del Purgatorio al fine di non introdurre elementi permanenti che possano arrecare disturbo autorizza (…) l’installazione della prevista pedana lignea e l’installazione di elementi di arredo (sedie, tavolini,e quanto altro specificato in seguito alle seguenti condizioni.
1- La pedana sia appoggiata al suolo senza sistemi di incastro nello spessore del manto stradale, e sia delimitata da fioriere la cui altezza massima non superi 120 cm dal suolo.
2- Tutti gli elementi lignei della pedana siano tinteggiati di colore bianco o similare al fine di non entrare in contrasto con gli impianti architettonici e le relative cromie degli edifici presenti nel contesto urbano.
3- Non sia prevista alcuna chiusura laterale del gazebo eccetto la citata fioriera
4- E’ ammessa l’installazione di ombrelloni con teli di color chiaro
5- Gli altri elementi d’arredo (botte, posaceneri) siano mantenuti in situ esclusivamente nelle ore di apertura del locale”.
Più chiaro di così si muore: niente copertura laterale né sovrastante la pedana al massimo solo con ombrelloni.
Dalla Direzione del Territorio ed Ambiente, invece, il 12 novembre 2014 a firma dell’Ing. D’Errico vi era stato il parere favorevole al gazebo a patto che la pedana sia realizzata in maniera tale da garantire il regolare deflusso delle acque meteoriche.
Per non esser da meno ma con l’aggravante di essere stato un parere intervenuto successivamente a quello della Soprintendenza, il 3 febbraio 2015, dai LL. PP. a firma del geometra Saverio Mengoli, arriva “ parere favorevole a localizzare il gazebo a ridosso del marciapiede sul lato del suddetto locale a condizione che la struttura del gazebo garantisca il deflusso delle acque meteoriche”.
Per le mansioni di propria competenza a firma del tenente Notaro vi è anche, il 17 gennaio 2015, il parere favorevole della Direzione della Polizia Municipale.
Ora non vi resta che ingrandire la foto ed osservare come tutto quanto prescritto dalla Soprintendenza sia stato invece realizzato senza che nessuno, sino a pochi giorni fa e solo su istanza di parte, fosse mai intervenuto. Addirittura si nota pure una pensilina del gazebo che fa un tutt’uno col muro. Così è ormai, se vi pare, e parafrasando il divin poeta è il caso di dire : “Ahi serva Galatina, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!”