di Redazione
Allarme ambientalista per gli ulivi della SS 16, la Maglie- Otranto. Trattasi di circa 8000 alberi a rischio “legna da ardere” e sono ubicati sui suoli espropriati per realizzare l’ampliamento della carreggiata stradale. Di essi 1500 hanno trovato una nuova casa e sono in alcuni casi Enti pubblici, in altri cittadini privati che hanno fatto richiesta di poterli trapiantarli trapiantare su terreni di loro proprietà. Altri 500 sono tutelati dalla legge trattandosi di esemplari protetti. Restano, però, altri 5 mila e cinquecento il cui destino è incerto. Per alcuni di essi lo scempio è già iniziato. Qualcuno ha già pensato ai rigori invernali ed ha fatto provviste di legna per il proprio camino capitozzando alcuni di essi. Altri attendono di conoscere il proprio destino che potrebbe non essere diverso se in tempi brevi non sarà trovata una soluzione. Gli ambientalisti sono in fermento e fanno da scudo agli alberi con ogni metodo lecito. In fermento sono anche gli operai della ditta Palumbo, appaltatrice dei lavori stradali, da oltre tre anni in cassa integrazione. Un futuro ed uno scenario non certo roseo per l’ambiente e per la storia dell’ambiente. Ci son volute generazioni per far crescere quelle piante e per creare quel tipico e caratteristico paesaggio salentino che ci è tanto caro ancor di più oggi perchè sepolti ogni giorno di più da colate di cemento in nome di un turismo di massa ed aggressivo che più che creare sitrugge. Mare, paesaggio e natura sono state le armi con cui abbiamo conquistato il turista, distruggerle significa ridurre il Salento in una delle tante zone turistiche italiane di massa di cui prima o poi il turista si stancherà perchè non saranno più sufficienti pizzica e tarantole ad attirare la loro attenzione. E’ la natura incontaminata la vera e calda amante del turismo fedele e di qualità.