Pubblichiamo la mail dell’avv. Margari sul gazebo di Via Corigliano.

penna-e-calamaioLettere/ di avv. Leonardo Margari

 

RACC. PALUMBO ANTONIO_page_1

RACC. 2

Egr. Avvocato

Pubblico la sua mail solo ed esclusivamente in ottemperanza e rispetto all’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948. Capirà da ciò che non concordo in nulla di quanto da lei scritto in nome e per conto del suo cliente sig. Antonio Palumbo. Non capisco sinceramente cosa dovrei rettificare di quanto scritto.

Lei afferma, ed è vero, che l’incauto giornalista (sicuro che ad essere incauto sia il giornalista?) ha scritto: ” (…) chi in maniera un po’ troppo disinvolta continua a rilasciare permessi per occupazione di suolo pubblico tramite gazebo senza poi controllare se siano state rispettate le regole (…). In questo passaggio mi sembra sia completamente estraneo ogni riferimento al suo cliente, vero? Non è certamente lui a rilasciare le autorizzazioni ma gli uffici comunali.

Poi afferma che ci soffermiamo sull’attività commerciale del suo assistito nel momento in cui il nostro giornalista parla ” della pericolosità del tratto iniziale di via Corigliano per via dell’autorizzazione concessa  ad un bar per l’ impianto di un gazebo che creava e continua a creare notevoli difficoltà al traffico vista anche la vicinanza di una scuola pubblica che in orario di entrata ed uscita crea nei pressi del gazebo ingorghi spaventosi“. Anche in questo caso mi sembra evidente l’ estraneità del suo cliente ai fatti da noi riportati. Il suo cliente non si è autoconcesso un’autorizzazione gli è stata concessa dai preposti uffici comunali. Il suo cliente ha realizzato quanto gli è stato autorizzato, così come nell’altro caso di cui si parla nello stesso articolo.

Lei, avvocato, non so se fuorviato da una frettolosa lettura dell’articolo in oggetto, continua nella sua mail ad insistere su presunte colpe di cui si sarebbe macchiato il Sedile nei confronti del suo clinete e scrive che ” il precisato gazebo è stato realizzato nel rispetto di tutte le regole ed …” .  Scusi, ma dove ha letto che qualcuno abbia mai scritto che il gazebo del suo cliente è stato realizzato in violazione o in elusione o nel contrasto delle regole? La invito a rileggersi l’articolo e poi mi riscriva per dirmi se trova anche un rigo in cui si dice che il sig. Palumbo non si è attenuto alle regole. Non ci faccia dire ciò che non abbiamo mai detto, non è corretto.

Per sua comodità le riporto il link dell’articolo: https://www.ilsedile.it/chi-difende-la-citta-ed-cittadini-dai-gazebo-irregolari/#more-13241

Il soggetto di riferimento dell’ intera situazione, è lapalissiano, è sempre l’ufficio comunale che viene riconfermata anche e principalmente dal collegamento con quanto successo nella casistica del gazebo di piazza Lillo perchè, anche in quel caso, l’esercente l’attività commerciale ha agito in piena regola essendo in possesso di regolare concessione.

Al verificarsi di un determinato evento non si può tenere separato il nesso tra causa ed effetto. Mi pare evidente che al verificarsi di determinati effetti si risalga alla causa che li ha prodotti ma la causa nello specifico non è appunto il commerciante o artigiano quanto l’ufficio comunale che nel concedere l’autorizzazione si è comportato in maniera assai approssimativa subordinando il tutto ad un puro rapporto metrico e non, come certi casi richiederebbero, anche di causa ed effetto oltre che di armonia del particolare con l’insieme del contesto urbanistico. Via Corigliano è una arteria stradale tra le più importanti e veicolate della città.

Credo e spero di essere stato sufficientemente esaustivo nella mia risposta anche perchè per tutto ciò che riguarda i problemi di traffico e sicurezza non posso che ribadirle quanto già scritto dal Sedile e se lei, che abita a Martano, volesse venire a Galatina negli orari di entrata ed uscita dalla scuola le offrirò con piacere un caffè nel bar del suo cliente e verificheremo insieme se quelle del Sedile sono “informazioni false e mendaci” e la farei anche parlare con qualcuno che convive quotidianamente con i problemi del traffico senza che nessuno, ripeto, stia imputando la causa al suo cliente.

Ora come può ben capire sto restituendo al mittente tutte le accuse rivolte al Sedile, diffida compresa. Sorvolo sulle “informazioni mendaci e diffamatorie” e le ribadisco che ho pubblicato solo ed esclusivamente nel rispetto del diritto di replica. (p.z.)