Non si rispettavano i vincoli architettonici, per il loro rispetto i soldi non sarebbero stati sufficienti, si stava percorrendo…una scorciatoia.

Museo GalatinaCronaca/ di p.z.

Galatina – Non si riusciva a capire bene i motivi per cui anche i lavori di Riqualificazione e Valorizzazione del Museo civico P. Cavoti fossero entrati nel novero delle “incompiute”. Ora siamo in grado di capirci qualcosa di più e renderci conto meglio che quando si parla di Dipartimento dei Lavori Pubblici si parla molto spesso dell’approssimazione e del paradosso.

E’ dall’ormai lontano 2013 che la vicenda prese il via, tramite la deliberazione della G.C. n. 238 dell’ 11.07.2013 con cui fu approvato e reso esecutivo il progetto di Riqualificazione e valorizzazione del Museo per l’importo complessivo di € 500.000,00.  Il progetto era stato completamente finanziato con fondi del Programma operativo interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo (FESR) 2007-2013 per l’importo di € 475.000 e per 25.000 euro a carico del PAC  “Valorizzazione delle aree di attrazione culturale”.

Fu espletata una gara aperta e aggiudicataria risultò essere la ATI Manutenzioni srl di Molfetta. Il progetto esecutivo era stato redatto dall’arch. Antonella Perrone. Inizio dei lavori ed inizio dei guai. Interviene, infatti, la Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici di Lecce, Brindisi e Taranto  e nel corso di un sopralluogo fatto sul cantiere richiede alcune modifiche al progetto che riguardano i materiali delle partizioni interne nei corridoi della Galleria Martinez e Amministrazione – Segreteria. Chiede, inoltre, l’adeguamento e l’integrazione dell’impianto di climatizzazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Un pò come dire ricominciate daccapo che avete sbagliato tutto.

Riunioni e controriunioni alla fine il progettista nonchè direttore dei lavori integra il progetto iniziale con le osservazioni apportate dalla Soprintendenza ma ripresi i lavori ed inviata alla Soprintendenza la documentazione fotografica relativa alla tipologia degli infissi da realizzare e degli impianti di climatizzazione proposti dall’impresa aggiudicatrice la stessa risponde picche.

Viene infatti chiesto, ad integrazione delle tipologie inviate, alcune modifiche atte a riecheggiare antiche tecniche costruttive non solo dal punto di vista tipologico ma soprattutto da quello esecutivo ed inoltre, la stessa Soprintendenza, non approva la proposta modificativa dell’impresa relativa agli impianti di climatizzazione ritenendola inadeguata rispetto alle caratteristiche architettoniche dei luoghi, sia per la tecnica di posa che prevedeva la realizzazione di tracce superficiali e non canalizzazioni interne alle murature esistenti come richiesto.

Pertanto in data 17 giugno 2015 vennero sospesi nuovamente i lavori ” al fine di definire con l’impresa le diverse alternative tecnico-economiche nel rispetto delle indicazioni e delle specifiche richieste della Soprintendenza”.

Un pò come dire “cadde, per la seconda volta cadde”, la cosa particolarmente comica è che cadono sulla stessa buccia di banana. Ora per non tediarvi eccessivamente con tanti altri significativi particolari basti sapere che per fare le cose in regola come pretende la Soprintendenza i fondi a disposizione non sarebbero sufficienti ed i lavori inevitabilmente si fermerebbero creando un’altra incompiuta. Si cerca ora aiuto alla regione Puglia affinchè accetti delle modifiche al progetto iniziali che permetta di contenere i costi entro i limiti del finanziamento iniziale.

Per il momento è tutto bloccato, in cambio è stato deciso di annullare la prima Perizia di Assestamento approvata dalla dirigente Taraschi il 12.01.2015 redatta dal Direttore dei Lavori arch. Antonella Perrone. Che si procederà, poi, ad una nuova perizia di assestamento concordata con i tecnici della Regione, la Direzione dei lavori e l’ impresa aggiudicataria contenente le nuove lavorazioni richieste dalla Soprintendenza. Poi questa nuova perizia di assestamento sarà riapprovata dal dirigente dei LL.PP. e magari in corso d’opera interverrà nuovamente la Soprintendenza a far capire che qualcuno ha sbagliato mestiere.