Formulati dalla G.C. atti di indirizzo per “sollecitare la Società a non assumere atti o decisioni che comportino scelte imprenditoriali” 

super2Cronaca/ di p.z.

Galatina –  Ormai è ufficiale. Dal 1° gennaio 2016 la CSA sarà messa in liquidazione. Avevamo posto alcuni interrogativi giorni fa su queste pagine telematiche sconcertati dal silenzio che da ogni parte circondava la vicenda con l’approssimarsi del 31 dicembre, data di scadenza dell’ultima prororoga del servizio rifiuti urbani, ormai assegnato definitivamente alla Monteco. Il termine, peraltro, coincide anche con la scadenza statutaria della vita della Società come si ricava dall’art. 12 dello Statuto che così recita : ” Il termine di durata della “C.S.A. S.p.A.” è fissato al trentuno dicembre 2015 e, comunque, coincide con la scadenza del contratto dei servizi pubblici affidati alla società da parte del Comune di Galatina

A decretare ed ufficializzare la fine della CSA è intervenuta ora anche la delibera di Giunta la n. 350 del 30 ottobre 2015 che nell’affermare che “ l’approssimarsi della scadenza del termine statutario di durata della società (31/12/2015) e la sopravvenuta impossibilità di conseguimento dell’oggetto sociale (servizio di raccolta RSU e gestione parcheggi) per effetto dei provvedimenti surrichiamati, costituiscono cause di scioglimento della società

Sono stati pertanto formulati atti di indirizzo rivolti al Presidente ed ai Consiglieri di Amministrazione della C.S.A. spa, affinché ” la società provveda, sin da oggi, al compimento dei soli atti di ordinaria amministrazione, conformarsi agli obblighi di cui all’art. 2485 Cod. Civ., limitando la gestione agli atti conservativi dell’integrità e del valore del patrimonio sociale, ai sensi dell’art. 2486 Cod. Civ.

Eì stata pertanto sollecitata la Società a non assumere atti o decisioni che comportino scelte imprenditoriali, ed a “non assumere atti o decisioni che comportino scelte imprenditoriali, incompatibili con la scadenza societaria, disposta dallo statuto in vista dell’imminente fase di liquidazione“.

Questa delbera ha quindi un punto di merito, ha posto un punto fermo di partenza. Ha chiarito distintamente, almeno per quel riguarda il fututro della Società, la volontà della Giunta Montagna di porre fine alla CSA. Resta ora da chiarire come saranno lavati i panni sporchi e che principalmente non sia lavati “in famiglia”. Resta in sospeso come una spada di damocle un decreto ingiuntivo della Società verso il Comune di 2.600.000 euro ma di ciò sarà il giudice ad occuparsene; ma l’augurio principale è che la prossima fase della messa in liquidazione della CSA non si trasformi in una Fiera del Salento spa bis e che principlamente ad occuparsene siano persone competenti e di fiducia e non assaltatori alla ricerca di “un onorario in più di lunga gittata”.