I quattro aventiniani si son riuniti in un gruppo misto. Ne a favore ne contro il PD ma a favore della maggioranza.
Cronaca/ di p.z./vignetta di Mele Cratt
E’ stato sufficiente mettere piede nell’aula consiliare per capire come le cose si erano sistemate. I quattro aventiniani erano ai loro posti, dal presidente del Consiglio Fernanda Baffa ai consiglieri, sempre del PD, Teresa Spagna, Daniela Sindaco e Piero Lagna. L’appello e poi la dichiarazione ufficiale dei quattro affidata a Lagna.
Formalmente e sostanzialmente i quattro restavano nella maggioranza ma si costituivano in gruppo misto eleggendo lo stesso Lagna capigruppo. Una dichiarazione in verità abbastanza confusa e barcollante. E’ sembrata, la dichiarazione, il frutto di un compromesso forzato e forse per il momento ancora malriuscito.
In sintesi veniva detto che non è stato condiviso il modo con cui era stato gestito il dialogo, la democrazia, la compartecipazione e la gestione sia del partito che della cosa pubblica. Poi, usciti dalla porta, hanno aperto la finestra affermando che il tutto non significava abbandonare la maggioranza ma soltanto acquisire una identità più marcata e più autonoma nei confronti della gestione Montagna e del PD.
Finestra aperta in ogni caso anche nei confronti del PD, seppur con relativa critica alle segreterie, da quella cittadina alla provinciale per finire a quella regionale, dalle quali prendevano le distanze ma non disconoscevano i vincoli di sangue in quanto un percorso comune poteva sempre essere ripreso in un prossimo futuro.
“Non cambiamo casacca, nè schieramento, nè partito; non passiamo dalla minoranza alla maggioranza – replicava Daniela Sindaco ad uno dei consigliere di opposizione che aveva accusato i quattro di comportamento politico opaco – eravamo e restiamo nella maggioranza interrompiamo solo un percorso con il PD che al cambiare di alcune situazioni interne nulla impedirà che possa essere ripreso”
Ecco spiegato, dal loro punto di vista, azione, reazione e decisione a cui abbiamo assistito nel suo susseguirsi temporale nell’aula consiliare tra ieri ed oggi.
Nulla di cambiato allora? Forse no, qualcosa dovrebbe o potrebbe essere cambiata, non si può prendere per oro colato tutte le dichiarazioni ufficiali e le difese con gli attacchi fatti dal gruppo misto. Lo si deduce da due considerazioni. La prima proviene dalla dichiarazione del sindaco Montagna: “prendiamo atto di quanto evidenziato e dichiarato dai quattro consiglieri, nei prossimi giorni sarà oggetto di riflessione e dialogo al fine di valutare ed intervenire per poter continuare insieme il cammino sino alla fine della legislatura”
Il secondo scaturisce da una semplice considerazione aritmetica. Il Pd attualmente in Consiglio comunale è rappresentato da un solo consigliere: Luigi Lagna. Gli altri quattro sono nel gruppo misto. Il PD quello ufficiale consta oltre che del sindaco anche di due assessori (Vantaggiato e Tempesta), oltre di un terzo ( De Donatis) definito da sempre espressione, scelta personale del sindaco. Oggi come oggi è una sopravvalutazione numerica stratosferica. Di contro il gruppo misto consta del solo appannaggio della carica istituzionale del Presidente del Consiglio. Oggi come oggi una sottovalutazione del gruppo stratosferica.
Probabilmente l’apparente serenità raggiunta con l’escamotage odierno è il frutto di un compromesso da perfezionare. Qualche assessore dovrà liberare la poltrona e lasciarla a disposizione del gruppo misto. Resta da chiarire però un altro aspetto di tutta questa vicenda. Alcuni mesi fa Montagna, per delle astensioni da parte degli stessi consiglieri di oggi, ebbe ad urlare in Consiglio che lui non avrebbe mai subito ricatti da parte di nessuno e quindi ebbe a dimettersi. Poi fece marcia indietro. Come farà ora a continuare ancora per un anno e mezzo sotto il controllo numerico, e non solo, del gruppo misto che da sempre gli ha rinfacciato una gestione autarchica ed autoritaria della cosa pubblica?
Naturalmente il primo banco di prova sarà proprio la verifica di quelle considerazioni poc’anzi fatte. In primo luogo l’assessorato e poi i rapporti di forza all’interno della maggioranza. L’impressione è che ora Montagna sia in un vicolo cieco e senza alternative: cedere o dimettersi. Ormai è convinzione generale che cederà su tutti i fronti. Sono aperte le scommesse sul toto assessore uscente e su quello subentrante.
Per la cronaca col voto compatto degli undici consiglieri di maggioranza sono stati approvati tutti gli argomenti all’ordine del giorno. Tre voti sfavorevoli dei consiglieri Amante, Gervasi e Pepe si sono avuti sul Piano di alienazione dei beni comunali e sul Programma triennale dei LL.PP. Si son poi ridotti a due i voti contrari perché il consigliere Gervasi ha abbandonato l’aula sulla discussione del Bilancio di previsione pluriennale. Sul regolamento comunale per la gestione dell’asilo nido i due consiglieri di opposizione, rimasti in aula, si sono astenuti.
Proviamo