La Fornero e Renzi portano sfiga agli italiani?

inpsCronaca/ di avv. Stefania Isola

Come conseguenza della riforma Fornero sulle pensioni, gli anni contributivi sono aumentati per via del “sicuro” innalzamento dell’aspettativa di vita degli italiani.

In seguito all’adeguamento alle speranze di vita, l’età pensionabile si è elevata, dal primo gennaio scorso, di altri quattro mesi e quindi per accedere alla pensione anticipata bisogna ad oggi aver conseguito ben 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per donne. Per l’accesso alla pensione di “vecchiaia”, la soglia è di 66 anni e 7 mesi di età per entrambi i sessi.

Fra meno di tre anni, la soglia per accedere all’assegno pensionistico crescerà di altri 4-5 mesi per l’innalzamento degli anni di vita media secondo le stime dell’Istat.

Tutto ciò non tiene conto del sistema sanitario nazionale che garantisce sempre meno visite mediche preventive. E se la salute di ognuno di noi, a detta dei medici, è principalmente connessa alla prevenzione, la conseguenza, paradossale, è che, per la prima volta nella storia d’Italia, l’aspettativa di vita degli italiani è risultata in calo.

Questo è quanto dichiarato nell’ultimo rapporto Osservasalute. Walter Ricciardi, direttore dell’osservatorio sulla Salute delle Regioni, ha affermato che nel 2015 la speranza di vita per gli uomini in Italia è stata 80,1 anni e di 84,7 anni per le donne, mentre nel 2014 la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne.

Gli estremi si hanno in provincia di Trento dove, sia per gli uomini sia per le donne, si ha la maggiore longevità (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni) mentre in Campania la speranza di vita alla nascita è più bassa, 78,5 anni per gli uomini e 83,3 anni per le donne.

Questa tendenza calante, tuttavia, è comune a tutte le zone d’Italia. “Il calo è generalizzato per tutte le regioni “ ha spiegato Ricciardi. “Normalmente un anno ogni quattro anni, è un segnale d’allarme, anche se dovremo aspettare l’anno prossimo per vedere se è un trend. Siamo il fanalino di coda nella prevenzione nel mondo, e questo ha un peso“.

La domanda sorge, quindi, spontanea: se gli italiani vivono meno anni, perché i requisiti pensionistici sono stati innalzati ulteriormente? Perché nel 2030 la pensione vecchiaia sarà fruibile solo dopo i 68 anni di età? Perché nel dal 2050, i neo-assunti del settore scuola potranno andare in pensione dopo 70 anni o 46 anni e mezzo di contributi?