Lo chiede un giovane disoccupato che guarda la sua città e vede la sua agonia
Spettabile Direttore,
mi permetto di scrivere una lettera al suo giornale, molto seguito dai galatinesi, per associarmi a quanti hanno giustamente evidenziato un decadimento di Galatina, non per spirito polemico ma perché amo Galatina. E per quello che mi riguarda personalmente, ho notato un’assenza totale di una politica per i giovani.
Ho notato che negli ultimi due-tre anni, è stato fatto veramente poco per i giovani galatinesi. A parte il servizio civile (comunque ad intermittenza, infatti abbiamo più volte letto dell’assenza del comune in più occasioni), nulla si vede all’orizzonte per i giovani. Nessun centro di aggregazione giovanile, nessuna iniziativa lodevole e importante da poter mettere nel cv, nessuna partecipazione e coinvolgimento dei giovani alla politica locale (e per politica non intendo dei partiti, ma una strategia capace di creare qualcosa per noi che siamo il futuro di questa città).
Siamo praticamente abbandonati a noi stessi, e forse siamo anche un po’ complici di questo decadimento culturale. Siamo spettatori di un nulla che avanza, di una classe dirigente che vede nei concerti e concertini la cultura, nelle palestre inaugurate e poi chiuse le occasioni di crescita. Il rilancio del quartiere fieristico poteva essere un’opportunità per dare lavoro come hostess, standisti, tipografie, b&b e tutto ciò che ruota intorno ad una manifestazione fieristica. Invece anche questa opportunità si è sciolta dinanzi all’ignavia di chi doveva fare e non ha fatto, di chi doveva creare opportunità ed invece le frena con continui aumenti di tasse, di chi si autoesalta ad eroe cittadino ed invece sta creando solo problemi ai cittadini galatinesi, ai giovani e all’ambiente.
Io per sfortuna (sfortuna perché vivo ancora con i miei genitori perché non posso crearmi una famiglia tutta mia) non pago le tasse, le pagano i miei genitori, ma non ho i servizi che mi aspettavo o sognavo o speravo di avere. Si parla di tagli, di dissesto, di problemi per Galatina, ma non ho visto nessun assessore tagliare la sua indennità per destinarla a noi giovani o alle famiglie più bisognose.
Attaccati alla loro poltrona, anche davanti ad evidenti e grossolani errori dovuti all’incompetenza nel settore, continuano a credere e a predicare che tutto va bene, con la compiacenza di giovani che nella speranza di ingraziarsi le simpatie e la benevolenza di qualcuno, muovono il capo e battono le mani come i giocattoli cinesi a corda che troviamo alle feste di quartiere. Si prendono mensilmente un’importante indennità senza però riuscire a raggiungere obiettivi soddisfacenti. Se lavorassero per un privato, sarebbero stati già silurati perché il lavoro privato non è la politica; o raggiungi gli obiettivi o te ne vai a casa. Le chiacchiere contano zero.
E nelle politiche giovanili degli ultimi anni gli obiettivi non sono stati raggiunti, forse neppure sono stati programmati, perché non si può ridurre il tutto al solo servizio civile (l’unico obiettivo raggiunto), soprattutto se a fare i conti è un comune come Galatina, che in un’epoca ormai tramontata ricopriva un ruolo importante nel panorama regionale.
Questo è il mio pensiero, per molti giovani sarà giusto, per i politici sarà sbagliato. Quello che contano sono i fatti, e chiacchiere a parte nessun politico mi potrà dire che i fatti dicono che hanno lavorato bene, perché i fatti raccontano una triste verità: Galatina nel panorama provinciale vale zero, e Galatina per i giovani ha fatto nulla.
Infine una provocazione: giorni fa è scaduto il termine per aderire alla short list del comune. Si richiedevano almeno 5 anni di esperienza. Quindi Le chiedo: perché a noi giovani vengono richiesti così tanti anni di esperienza e per fare l’assessore basta una tessera di partito? Quanti sono gli assessori della nostra giunta che hanno I CINQUE ANNI DI ESPERIENZA nel settore per cui ricoprono la carica istituzionale?
Poi è normale vedere tutto questo caos e questi problemi nelle attività portate avanti dagli amministratori, dalla gestione del patrimonio artistico e culturale (leggasi Pupa, museo chiuso per moltissimo tempo, centro storico sporco e pieno di auto in sosta, una biblioteca senza wii-fii), al turismo (nessuna politica turistica a riguardo), dall’ambiente (nuova raccolta differenziata confusa e felice, ma solo per qualcuno) alle attività produttive (Fiera ormai dimenticata).
La ringrazio anticipatamente se deciderà di pubblicare la mia lettera, e mi scuso se le ho rubato del tempo che avrebbe potuto impegnare diversamente. Un cordiale saluto. Antonio.
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Sig. Antonio,
Lei non deve scusarsi di nulla, sono io a ringraziarLa per averci scritto e La invito a farlo più spesso. La invito a far sentire ancora e sempre la sua sua voce, il suo dissenso (o consenso qualora ci fosse). Sarebbe ora che i tanti giovani che, purtroppo, volutamente si sono inseriti o fatti inserire in qualche codazzo politico, nell’attesa o nella speranza di un surrogato di qualsiasi posto di lavoro, prendessero coscienza del loro ruolo e della loro funzione all’interno della società ed elevassero alta la voce del proprio disagio, della propria rabbia e del proprio dissenso.
Perché chiedere l’elemosina quando si è di fronte ad un diritto? Perché subire una classe politica incapace ed incompetente (quando lo è veramente) e corrotta (quando lo è veramente) se si dispone di una eccezionale e democratica arma, qual’è il voto, per toglierceli dalle scatole, mandarli a casa ed evitarci i danni che il loro non fare (o molto spesso il loro fare a proprio uso e consumo) ci provocano?.
Urlate, protestate, esprimete democraticamente il vostro dissenso, fate capire che non siete un numero, fate capire di essere una mente, un valore , una potenzialità che ha bisogno solo di essere disinnescata per produrre benefici a questa società obsoleta ed afflosciata. Fate capire di non essere solo un serbatoio di voti da tenere perennemente nello stato di bisogno, necessità e precarietà lavorativa, solo perché bisogno, necessità e precarietà generano sottomissione, paura, ricatto. Riappropriatevi dei vostri diritti, urlateli in faccia a tutti, perché sono i vostri diritti e nessuno deve permettersi di mistificarveli come favori. Quando le persone si fan pecore, il lupo se le mangia.
Spero di poterLa rileggere presto e ricambio i suoi cordiali saluti. (piero zurico)