Il MIUR sbaglia? Spetterà al singolo docente dimostrare, in sede di Conciliazione, l’errore.
Cronaca/ di avvocato Stefania Isola
Come è ormai noto ai numerosi docenti interessati dal piano di mobilità nazionale, i risultati dei movimenti della scuola primaria nelle fasi B) C) e D) pubblicati in data 29 luglio nonché quelli della scuola di I grado, evidenziano una serie di numerosi possibili vizi ed errori che genereranno reclami, richiesta di interventi, presentazione di ricorsi e diffide.
Oggetto di contestazione non è la mobilità nazionale, alla quale i docenti erano preparati ( e rassegnati) quanto le modalità con le quali la stessa è stata attuata.
Si va dagli insegnanti spariti dagli elenchi, alla mancata attribuzione delle tutele della legge 104, alla dubbia applicazione del principio di viciniorietà, all’assegnazione di ambiti mai richiesti.
Comunque la mancanza di trasparenza da parte del MIUR nella pubblicazione delle regole poste alla base dell’algoritmo sembrano essere state, in un certo senso, mitigate dalla pubblicazione, proprio in queste ore, dell’elenco dei docenti trasferiti suddivisi per fasi e dal riconoscimento, indiretto, da parte del Miur della possibilità di errori a seguito dell’enorme mole di dati pervenuti al sistema.
A tale proposito, però, il Miur è stato chiaro, sottolineando che le operazioni non verranno rifatte ma che spetterà al singolo docente dimostrare l’errore, errore che potrà essere corretto in sede di conciliazione.
A proposito di quest’ultima è bene ricordare che l’istanza di conciliazione deve essere presentata, entro 15 gg dalla pubblicazione dei movimenti insieme alla documentazione attestante l’errore e sarà poi l’Ufficio scolastico ad inoltrare l’eventuale esito positivo al Miur che provvederà alla rettifica.
In conclusione quindi, i più “fortunati”, coloro cioè che sono stati assegnati all’ambito territoriale prescelto, affronteranno la chiamata diretta dei presidi per l’assegnazione della scuola di servizio mentre chi sarà assegnato fuori della propria regione potrà giocarsi, a fine mese, la carta dell’assegnazione provvisoria in deroga.
Si preannuncia in ogni caso una calda estate, estate che forse molti docenti saranno costretti a trascorrere non sulla spiaggia ma in un aula di tribunale o anche peggio, a preparare le valigie.