Il decreto di nomina letto dall’Arcivescovo Mons. Donato Negro nel corso di una magnifica cerimonia
Cronaca/ di Giorgio Lo Bue
Galatina – L’undici settembre 2016 resterà indelebile nei cuori della gente. Vi sono stati due avvenimenti indimenticabili: festa della Madonna Cuore Immacolato di Maria e l’ingresso del nuovo parroco.Il missionario Padre Osvaldo, già da quattro anni presente nella parrocchia del Rione Italia di Galatina (Lecce), è stato sempre vicino ai suoi parrocchiani con grande amore e lodevole impegno cristiano.
I fedeli hanno risposto con grande entusiasmo alla cerimonia occupando, sin dalle ore 18,30, tutti i posti a sedere. La prima parte della magnifica cerimonia è stata dedicata alla lettura ufficiale del decreto di nomina del nuovo parroco con la benedizione dell’Arcivescovo Mons. Donato Negro.
P. Osvaldo ringrazia.
“Carissimi tutti,
carissimo Sua Eccellenza Arcivescovo Mons. Donato Negro, carissimi confratelli e tutti voi fratelli e sorelle in Cristo. Ringrazio prima di tutto Dio Padre per la vocazione sacerdotale missionaria per la quale io oggi mi trovo qui in mezzo a voi.
Ringrazio Sua Eccellenza l’Arcivescovo per la fiducia che ha riposto in me nel nominarmi parroco di questa parrocchia. Ringrazio P. Efrem per tuttociò che insieme abbiamo potuto realizzare in questi quattro anni vissuti a servizio di questa comunità parrocchiale. A lui auguro un felice e fruttuoso apostolato nella sua nuova missione.
Ringrazio voi tutti per essere qui ad accogliermi come vostro parroco. Grazie.
Da quattro anni ormai ci conosciamo e camminiamo insieme. Invochiamo su tutti noi la benedizione di Dio Padre misericordioso e la protezione della Vergine Maria Madre di Dio e madre nostra. Madre dal Cuore Immacolato e Madre dal Cuore Consolato. Nello stesso tempo Madre, Discepola e missionaria. A lei ci affidiamo affinché ci guidi e accompagni in ogni passo del nostro cammino insieme.
Cammino di crescita nella fede. Diventando sempre più Famiglia di Dio nella collaborazione ed aiuto reciproco con tutti ed ognuno.Con i piccoli, i giovani e i gli adulti. I gruppi e le associazioni e i singoli parrocchiani. Siamo insieme il Popolo di Dio in cammino. La Parrocchia èper ciascuno di noi la nostra seconda casa, il luogo di incontro tra fratelli e sorelle e di crescita nella fede e nella fratellanza universale nel nome di Cristo Gesù.
Parrocchia famiglia aperta ad accogliere e aperta ad andare incontro e alla ricerca del fratello o sorella smarrita.
Sono felice di essere qui tra voi e con voi insieme ai miei confratelli i Padri che voi già conoscete; P. Pio Callegari, P. Dawinso Licona Sierra e P. Antonio Lasaponara. Siamo qui tutti insieme come comunità missionaria di Maria Madre Consolata non solo al servizio di questa parrocchia ma anche della, lasciatemi dire, gloriosa Arcidiocesi di Otranto. Gloriosa perché irrigata dal sangue sparso dai Santi Antonio Primaldo e Compagni Martiri di Otranto. Alla loro protezionemi affido nelmio ministero sacerdotale tra voi e affido a loro tutta la nostra parrocchia insieme alla protezione di Maria Madre dal Cuore Immacolato e Madre dal Cuore Consolato. Grazie a tutti.
Dio Ci benedica Ora e Sempre!”
Naturalmente, non poteva mancare l’intervento di Padre Efrem Baldasso, nominato il giorno 7 ottobre 2011 dal vescovo di Otranto, Mons. DonatoNegro. Il giorno successivo, durante la messa serale, don Quintino Gianfreda, vicario generaledella diocesi, ha presentato ai fedeli padre Efrem.
Poche parole per ringraziare i presenti, poche parole ma dette con il cuore e molto significative.
Mentre, Lina Tucci ha ricordato il vissuto di Padre Efrem toccando i momenti migliori e quelli più significativi. Un missionario sempre presente fra i fedeli, dai bambini della Scuola Materna (i piccoli l’hanno chiamato nonno) ai più anziani.
Egli lascia la nostra parrocchia perché chiamato dai suoi Superiore del Missionari della Consolata, per svolgere un nuovo incarico a Torino, sede centrale della Consolata.
Non sono mancati calorosi applausi dei fedeli sia per P. Osvaldo e sia per P. Efrem,creando una atmosferadifficile da dimenticare.