Il Giudice si è riservato di sentire il Liquidatore della Società

Tribunale lecceCronaca/ di Redazione

Galatina – Al termine della udienza prefallimentare del 7 marzo presso il Tribunale di Lecce, (Giudice dott. Sergio Memmo),  sull’istanza di fallimento chiesta da circa 50 ex lavoratori della C.S.A per morosità della stessa nella mancata corresponsione del TFR,  il giudice si riservò ogni decisione con successiva ordinanza.

L’attesa ordinanza è stata resa nota giorni fa ed ancora una volta il tutto è stato rinviato al 6 giugno 2017 perché il Giudice ha deciso di voler ascoltare il liquidatore della C.S.A, dott. Villani Antonio, sullo stato di liquidazione della stessa.

Si attendevano una decisione definitiva i lavoratori, principalmente perché nel corso della udienza del 7 marzo era stata respinta una richiesta avanzata dalla C.S.A., che si era costituita in giudizio, per ottenere un rinvio dell’udienza in attesa dell’esito di alcuni eventi che, a suo dire, avrebbero potuto determinare il rigetto dell’istanza di fallimento.

Gli eventi a cui faceva riferimento la Società erano il ricorso della stessa del 2013 contro il Comune di Galatina per chiedere la condanna al pagamento di 2.697.840 euro oltre al riconoscimento, con la condanna del Tribunale di Lecce del maggio del 2016, nel Comune di Galatina il debitore nei confronti dell’ATO LE/2 dell’importo di 1.220.000 euro per gli aumenti dei costi di conferimento dei RSU in discarica.

La richiesta di rinvio che allora fu respinta, oggi, con l’ordinanza di rimandare tutto al 6 giugno è come se, indirettamente, fosse stata accolta ed essendo l’intera definizione della situazione debitoria e creditoria della Società legata alle decisioni che saranno adottate dal Tribunale su quei famosi 2 milioni e mezzo non si riesce a capire cosa si potrà aggiungere a quanto allo stato attuale già saputo.

Intanto, allungando i tempi, si allunga anche il brodo perché altre risorse economiche della Società se ne stanno andando e se è normale pagare un compenso per il lavoro che sta svolgendo il Liquidatore, è meno concepibile che in una Società in liquidazione e con un’istanza di fallimento pendente sulla testa si sia fatta la corsa per integrare il posto in Consiglio di Amministrazione lasciato vuoto dalle dimissioni dell’ ing. Gnoni e, il 2 marzo 2017, a nominare i componenti del Collegio Sindacale.