Via, dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 12.00 il divieto di circolazione veicolare nel centro antico.
Il trio delle meraviglie ha innestato la retromarcia e si è diretto verso la più classica delle soluzioni all’italiana. Ieri mattina di fronte all’ennesimo assalto dei commercianti ha deciso di (ri)rimodulare per un mese gli orari alla ZTL del centro antico.
Dal lunedì al venerdì il divieto di transito non sarà più in vigore dalle 8.00 alle 12.00. Giusto il tempo di rettificare la vecchia delibera, farne una nuova, rifare la segnalazione verticale, attendere l’arrivo dei varchi e poi via col vento verso nuove mete.
Dopo un mese si tireranno le somme e sarà adottata la decisione definitiva oppure, come si malizia, decideranno di scaricare la patata bollente nelle mani del nuovo sindaco e si defileranno.
Per ora, risultato finale, tutti arrabbiati e tutti contestatori. I fautori della riapertura affermano di non sapere che farsene di una chiusura mattutina. Ritengono che è nella fascia serale il momento topico per le loro vendite. Quelli a favore della chiusura parlano di una totale confusione mentale da parte del trio che ha sempre dichiarato di avere le idee chiare su ciò che è il bene per il centro antico.
Come non dare ragione agli uni ed agli altri? Come non dare torto a chi volendo dimostrare di sapere troppo bene cosa stesse facendo e di avere solo certezze, hanno bruciato i tempi pur di giungere alla meta?
Avevo chiesto in passato il perché di tanta fretta, il perché si era deciso di fare mentre non si era ancora pronti per fare, il perché di tanto dispendio di risorse umane, il perché di tanta confusione e caos nella gestione rilascio dei pass.
Sarebbe bastato attendere che l’organizzazione fosse completa, avere le idee più chiare e tutto avrebbe potuto scorrere in modo più regolare.
Commissario perché ha avuto tanta fretta? Ora perché ha fatto questo parziale dietrofront? Ce lo dice? E’ meno convinto delle sue idee oppure sono stati più persuasivi i commercianti? Nel primo caso le consigliamo di fidarsi meno dei suoi consiglieri o di chi le fa maturare certe idee oltre che contare sino a mille prima di agire. Nel secondo caso saremmo assai perplessi perché sono, in fondo, gli stessi commercianti che lei o chi per lei ha incontrato più volte affermando di aver riscontrato idee discordanti e contrastanti tra di loro.
E’ stato, insomma, sufficiente che un manipolo di commercianti paventasse un ricorso al TAR, organizzasse una serrata flop ed ottenesse un incontro con il Prefetto perché si insinuasse il dubbio tra le sue certezze? Alla faccia delle certezze. Ma erano certezze di cartone, di sabbia o di che altro?
Per concludere: “le incertezze ed i ripensamenti non potevano giungere prima della firma del contratto di 45.000 euro per l’affitto dei varchi, oppure sarebbe stata una cosa troppo normale?” .