Le assurdità della vita. Una calda giornata d’agosto trascorsa in casa di amici a San Pietro in Lama , un tuffo, la testa che batte, forse, sul fondo della piscina e per Federico Capone, nativo di Galatina, inizia quel calvario che lo porta a morire in una sala rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Era stato ricoverato nel reparto di neurochirurgia, ma non sono valse a nulle le cure dei sanitari che per tre mesi hanno cercato di strapparlo alla morte. Una lesione al midollo spinale cervicale e poi le complicazioni. Il medico legale dr. Roberto Vaglio, su incarico del sostituto procuratore dott.ssa Francesca Miglietta, dopo la visita necrologica ha escluso eventuali responsabilità, ed ha confermato che il giovane ventiduenne è morto a causa del trauma cranico.