Rubriche/ PensieriParole/ di Piero D’Errico
Era una delle poche certezze.
La certezza che se ti veniva di andare al bagno quando eri “al paese” potevi farlo, c’era il luogo adatto.
E il luogo adatto era la “piscialora”. Con questo termine elegante e raffinato, si “raffigurava” sino a non tantissimo tempo fa, quel luogo denso di significato e di storia a pochi passi dalla “PUPA”.
Un “bagno pubblico” sotterraneo, si scendeva con una scala, come per prendere la “metro” e giù trovavi tutte le predisposizioni per i bisogni e quasi sempre qualcuno addetto a mantenerle pulite.
Da lì inesorabilmente, saliva un profumo diverso da quel profumo di fiori delle aiuole in superficie. Più intenso, un po’ più intenso e forse più acre.
Qualche metro più in là, “LA PUPA” sempre molto discreta, sempre girata dall’altra parte.
Bella sì, molto bella, con quello sguardo un po’ così, superba e affascinante nella sua indiscussa eleganza, seduta in quella vasca finita molto spesso e indegnamente nel “dibattito politico”.
Io non so se sono stati di più gli sguardi poggiati sulla “pupa” o sono state di più le visite “non guidate” alla bellezza della “piscialora”.
Penso però che alla fine la “piscialora” abbia avuto il sopravvento.
Quando la piscialora fu chiusa per vecchiaia, la pupa tirò un sospiro di sollievo, era rimasta la regina incontrastata di quel posto al centro del mondo, al centro di uno “spazio” che solo pochi luoghi hanno la fortuna di avere.
E non batté ciglio neanche quando nel lontano 1982 qualche mio amico “eccitato” perché eravamo diventati CAMPIONI DEL MONDO, fece il bagno con LEI nella vasca.
Rimase impassibile, né meravigliata né sorpresa. Né spostò mai altrove il suo sguardo.
La piscialora prima, e la pupa ancora oggi, restano veri e propri fiori all’occhiello del paese, posti molto ricercati.
Uno per i bisogni urgenti, ogni tanto si vedeva qualcuno correre dalla piazza paonazzo in viso, e sparire laggiù per la scalinata, l’altra, LA PUPA, ricercata per la sua bellezza statuaria, sdraiata in quella vasca a volte trascurata, sia d’estate che d’inverno, senza però mai perdere quella sua finezza, senza mai perdere quella bellezza e quella certezza di chi sa d’essere bella.
Quanti discorsi hai ascoltato in tanti anni, belli e brutti, tristi e allegri, quanta gente ti è girata intorno lanciandoti sguardi furtivi, forse interessati, forse imbarazzati. Quante generazioni hai visto crescere e invecchiare.
Sono certo ti ricorderai di me.
M’avrai visto di sicuro scendere qualche volta alla “piscialora” e mi hai visto “parcheggiato” davanti a te per ore ogni sera, ogni giorno, ogni domenica.
Era il nostro punto di ritrovo, il nostro punto d’incontro.
Mi hai visto crescere e poi hai visto me impegnato a far crescere, a imparare a camminare.
Sono certo ti ricorderai e ti dirò, che ancora oggi, quando ho occasione di passarti davanti, ti lancio, sempre volentieri, uno sguardo, un sorriso, un ricordo.
Sei sempre uguale, sei sempre la stessa, sei sempre bella.
Sei sempre la più bella.