Avete pagato chi fa del “traffico di esseri umani” il suo lavoro legale, sicuro e importante.

Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico

Galatina – Imbrattati di mare, inzuppati di rabbia e di sudore.
In piedi come a chiedere aiuto, come a invocare aiuto, ci sono donne con bimbi tra le braccia e in tutti la fierezza e la timidezza che appartiene solo a un grande popolo.

Siete partiti senza sapere quando e senza sapere se mai un giorno sareste arrivati.
In un posto qualunque, purché lontano dal vostro paese.
Avete pagato o forse dovete ancora farlo, pagato chi fa del “traffico di esseri umani” il suo lavoro legale, sicuro e importante.
Vi siete conosciuti in un lager della Libia o su un camion vecchissimo o su un gommone sgonfio o forse vi conoscevate già nel vostro paese.
Il lungo viaggio vi ha unito, vi ha legato per sempre, siete fratelli, siete sorelle.
Dopo qualche giorno dall’arrivo, vi hanno diviso, ma ancora vi sentite, ancora vi date il buon giorno, vi augurate buona fortuna.
Non vi spaventa il domani, non avete neanche un po’ di paura.
Vi accolgono e vi respingono in un sentimento che si divide tra odio e amore, poi vi chiudono in un “campo” e gettano via le chiavi lasciandovi appesi al nulla, al niente, abbandonati alla vostra inutilità.
Non era come immaginavate, non era quello che vi aspettavate, ma nei vostri occhi non c’è preoccupazione alcuna, non siete in mano a uomini, non siete nelle mani
della politica, siete nelle mani di Dio, di quel Dio che tanto amate e a cui vi aggrappate.
E’ lui la vostra forza, è lui che vi guida verso un posto, uno qualsiasi dove poter vivere meglio, vivere con dignità, vivere in libertà.
Voi siete soltanto parte del progetto di Dio.
Vi aiuterete sempre, tutta la vita, per come potete, per quanto potrete.
Non avrete mai più voglia di tornare al vostro paese che continuerete ad amare e del vostro paese conserverete sempre le tradizioni, i costumi, i suoi sapori.
Un esodo biblico travolse tutto il mondo, i popoli si mescolarono, le culture si unirono creandone nuove.
Qualcuno si illuse di fermare l’esodo che ormai era avviato.
Non bastò chiudere porti, stazioni e frontiere, nessuno riuscì a fermare quella lunga onda umana.
Nessuno riuscì a fermare quei popoli in fuga, nessuno riuscì a fermare quello che per la storia fu IL GRANDE VIAGGIO.
Tra cent’anni sarà tutto diverso, forse sarà tutto più bello, forse sarà tutto finito.
Viviamo ora una storia epocale senza accorgercene, potremo lasciar detto:
IO C’ERO, e nel raccontarla, potremo dire:
ho contribuito a far più bello questo mondo.
O forse no, potremo sempre dire di aver cercato di impedire, di fermare, di rifiutare, respingere in mare, respingere con la forza, popoli in fuga dalla guerra e dalla fame. Avevamo solo paura, non sapevamo, non pensavamo.
Volevamo fermare il mondo, volevamo fermare la storia,
VOLEVAMO FERMARE DIO.