Le prescrizioni del D.M.I. del 1 febbraio 1986 aprono un dibattito sullo stato dei fabbricati condominiali, a Galatina. 

Lettere/ di Fernando De Giorgi

Galatina – Ieri, lunedì 16 luglio alle ore 20, si è tenuta la nostra assemblea condominiale per questionare di alcune prestazioni da concretizzare sul prospetto. Al termine del dibattito, il nostro amministratore ci ha erudito che, a seguito dell’articolo dell’Ing. Quida, è venuto a conoscenza di codesta legge e che anche noi dobbiamo uguagliare il nostro scantinato ai dettami del D.M.I. e quindi apprestarci ad un esborso economico non da poco, motivo per cui voglio esprimere gratitudine verso l’Ing. Quida. link: https://www.ilsedile.it/autorimesse-condominiali-galatina-sicurezza-e-rischi/#more-28203

Stamani però, dato che sono in ferie, mi son fatto una passeggiata verso il condominio dove egli abita ed ho visto con i miei occhi che non ha nulla a norma e proprio dal suo condominio si può comodamente avvistare che le griglie di areazione, poste sul marciapiede, sono state letteralmente tappate; dal cancello che porta giù mi pare di scorgere che l’inclinazione dello scivolo non rispetti i requisiti della legge; oltre a ciò si vede ad occhio nudo che il condominio soverchia i sei piani, che accoglie più di trenta appartamenti e che, forse, il seminterrato supera i mille metri quadrati.

Per tale motivo raccomando all’Ing. Quida di intavolare con il suo di condominio prima di dare lezioni agli altri; per giunta non so se è munito delle rinomate porte automatiche a taglio termico, se posseggono un impianto antiincendio e se l’autorimessa ha tutti i requisiti per contenere tante macchine.
In aggiunta, al piano terra è seguente l’avviamento di un ristorante di circa cinquecento metri quadri che, ricordo all’Ing. Quida, è collocato proprio superiormente all’autorimessa.

La realtà più tragicomica è che in una delle tre scale, ove dimora l’ingegnere, vi è anche uno studio di amministrazione condominiale che spero calorosamente non sia lo stesso ad amministrare quel palazzo altrimenti la situazione sarebbe come un famoso film: Non ci resta che piangere.

Termino con delle domande:

Non sono un tecnico ma, se la legge è del 1986 come mai l’Ingegnere Quida se ne ricorda dopo trenta anni?

Come mai gli amministratori dei condomini non hanno mai provveduto a fare nulla, visto che da quel che dichiara l’Ingegnere Quida, dovesse succedere qualcosa, si rischia il penale?

Come mai in trenta anni nessuno degli enti preposti ha provveduto a controlli ed alla relativa chiusura di quei scantinati/autorimesse non a norma?

Dimenticavo, ricordo all’Ing. Quida che da quel che da fuori ho potuto adocchiare, neppure il suo cancello elettrico è a norma.

Cordialmente

Fernando De Giorgi