Fa ridere lo pseudo-intellettuale, promosso per l’occasione a portavoce, che nel goffo tentativo di difesa si arrampica su argomenti sospesi nel nulla.
Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano
EVVIVA, i CONCERTI DEL CHIOSTRO probabilmente non si terranno più a Galatina, si terranno a Soleto. In fondo si tratta di quattro passi in più e non sarà la fine del mondo.
Bisognava, in tempo di cambiamenti, “andare oltre”. Ed infatti la nuova maggioranza guarda avanti, appunto guarda oltre.
Io non ci sono mai stata a questi “concerti”, ne ho sentito parlare sempre bene ed era un’offerta, un’offerta di visibilità e di prestigio, che il nostro paese dava a chi ne intendeva usufruire.
Poteva piacere o no, essere d’élite o meno, ma era un’offerta a cui abbiamo rinunciato o che abbiamo perso e che purtroppo va inserita in un contesto politico che definire disastroso suona come un complimento.
Sono sicura che staranno già pensando alla sostituzione dell’evento. Staranno sicuramente pensando ad una sagra popolare, “peparussi e marangiane”, altro che CONCERTI DEL CHIOSTRO .
La sagra è più in linea con la politica che rappresentano.
Una sagra popolare classica, di quelle in cui si va in giro per le strade del centro, con la camicia bagnata, un calice di vino rosso e una mappina in mano per asciugare il sudore.
È questa la rappresentazione culturale che questa maggioranza ha sicuramente in mente di dare.
A volte ho come l’impressione che si vada contro il paese, che si lavori e ci si impegni molto di più per demolirlo che per sollevarlo, ci si impegni molto più per imbruttirlo, per umiliarlo.
C’è una “non politica” di fondo, una incapacità politica di base, per la verità in linea con i governi locali precedenti.
Proprio l’esperienza della “Notte della taranta” avrebbe dovuto insegnare qualcosa, ma a volte si è più portati a non capire oppure a comprendere in ritardo, quando altri hanno già capito il valore, l’opportunità, l’occasione di un qualcosa che ci ha sfiorati e non abbiamo saputo trattenere.
Per questo penso che un’amministrazione vera, avrebbe dovuto non perdere i CONCERTI DEL CHIOSTRO, avrebbe dovuto valorizzarli, soltanto valorizzarli allegandoli ad un progetto vincente e più ampio.
E fa ridere il sostegno di qualche pseudo-intellettuale, promosso per l’occasione a portavoce, che nel goffo tentativo di difesa si arrampica su argomenti sospesi nel nulla, che sbattono di qua e di là sui muri pericolanti di una città che non c’è.
Che non c’è più.