“Negli ultimi 25 anni i residenti hanno investito sul patrimonio immobiliare oltre 200 milioni di euro e senza alcun contributo pubblico”.
Lettere/ di Dante De Ronzi, Alessio Filieri ed un gruppo di residenti ed esercenti commerciali del centro antico
Galatina – Confessiamo che siamo stati a lungo indecisi se rispondere o meno alla lettera del comitato pubblicata online sui network locali il 10/11/2018.
Lo facciamo sollecitati dalle tante attestazioni ricevute sui social, lo facciamo perché notiamo finalmente toni garbati da parte degli interlocutori e non ultimo lo facciamo per dare un contributo di riflessione agli amministratori e alla nostra città.
Cari commercianti, perdonateci, ma in primis vorremmo cercare di farvi comprendere chi sono i soggetti in causa in questa vicenda.
Da una parte ci siete voi, per carità con legittime aspettative, dall’altra parte ci sono i residenti (circa 1300) ed i cittadini galatinesi (circa 27000).
Voi siete persone intelligenti e sicuramente non vi sfugge che in democrazia contano i numeri….
Non dovete offendervi se si afferma che siete un gruppo portatore di interessi privati perché così è e lo sapete benissimo e non potete millantare di essere associazione di categoria di valenza nazionale perché all’interno delle stesse siete netta minoranza.
Comunque sia non fareste un grande salto perché da gruppo passereste a essere definiti corporazione.
Dall’altra parte c’è un interesse collettivo che partendo dai residenti si estende alla città tutta e via via si espande fino alla comunità internazionale vista l’importanza dei beni in questione.
A questo punto il vostro comportamento da aspiranti “padroni del vapore “, permetteteci la semplificazione, è incomprensibile tanto più perché inevitabilmente si ritorce contro voi stessi oltre che a nuocere a tutta la città.
Potete pretendere, e fare mille riunioni con gli amministratori locali, potete organizzare innumerevoli e discutibili manifestazioni, potete forzare la comunicazione sulla carta stampata, ma non potrete mai fermare il “sentire comune”, non potrete mai fermare il progresso civile, non potrete mai fermare il corso della storia.
La vostra è una battaglia anacronistica e velleitaria. E’ come voler fermare il tempo!
L’automobile nei centri storici è unanimemente considerata un disvalore assoluto.
Pretendere di realizzare un “drive in” in piazza San Pietro è un’offesa alla bellezza e alla sacralità del luogo. Crea indicibile imbarazzo per chiunque, locali e visitatori, che abbiano un minimo di rispetto per il patrimonio storico, artistico ed architettonico esistente.
Le avete mai osservate le facce dei turisti in carovana che devono destreggiarsi nel traffico veicolare e ancora peggio, lo sgomento degli ospiti, quando il maleducato di turno strombazza per chiedere strada libera?
Tutto ciò forse si poteva tollerare 20 anni fa, ma non più oggi.
Anche perché, e con questo vorremmo tornare sulla visione del nostro centro antico, moltissimo è cambiato.
Una stima in difetto valuta in oltre 100 i grandi interventi di ristrutturazione ed in circa 200 gli interventi minori effettuati negli ultimi 25 anni nel cuore della città. Qualcosa di enorme, che come detto, ha riportato in vita il 90 per cento dell’intero patrimonio immobiliare privato esistente. Qualcosa che ha comportato ingenti investimenti superiori a 200 milioni di euro, sopportati interamente e senza alcun contributo pubblico dai 1300 attuali residenti dei quali, è bene ricordarlo, numerosi stranieri. Da notare che i residenti non hanno mai rivendicato niente e forse è giunto il momento di cominciare a farlo. Ma questo è un altro discorso che faremo più avanti con i nostri Amministratori.
Un vero miracolo anche dal punto di vista demografico considerato che, in controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri comuni, il centro si è ripopolato.
Sono tornati a splendere praticamente tutti i palazzi della città che rappresentano la trama principale dell’agglomerato urbano di riferimento.
Si sono recuperati immobili degradati e fatiscenti, sì è bonificato il tessuto urbano, sono stati curati gli spazi all’aperto, sia quelli pubblici che quelli privati, sono comparse diverse piscine per rendere piacevole il soggiorno dei turisti e dei proprietari. Il centro antico oggi è un luogo di accoglienza molto apprezzato dove sorgono tante dimore storiche adibite a strutture ricettive (Hotel e B&B) e residenze private.
Le loro immagini viaggiano in rete sui più prestigiosi siti del settore promuovendo l’unicità dei luoghi e le tante bellezze di Galatina. Date un’occhiata anche voi. Provate a cliccare su Google Palazzo Nuzzo-Gorgoni o Palazzo Pindaro o Palazzo Congedo o Palazzo Tanza Venturi o Arco Cadura o Corte del Fuoco o Palazzo Mongiò dell’elefante, Palazzo Aloisi, Palazzo Di Lorenzo, Palazzo Cavoti, Palazzo Adriani Sansò ecc. e diteci se avete mai visto niente di simile prima.
A questi interventi privati si sono aggiunti quelli sul patrimonio ecclesiastico di inestimabile valore interamente e splendidamente recuperato; ed infine sono da segnalare i numerosi interventi pubblici effettuati in questi anni sul patrimonio comunale.
Tutto ciò ha permesso a Galatina di rinascere e guadagnarsi l’attenzione e l’ammirazione delle più prestigiose riviste nazionali ed internazionali, le riprese televisive delle tv nazionali ed i commenti lusinghieri ed entusiasti di chi arriva in città.
Il giudizio è unanime: Galatina è una città di rara bellezza, un autentico scrigno di tesori, materiali e immateriali da custodire gelosamente.
Alla luce di quanto innanzi la visione da parte di un gruppo di commercianti che definisce il centro antico morto, abbandonato, nell’oblio, desolante ed inquietante, si commenta da solo.
Dio mio che distanza siderale separa la visione sognatrice di Philippe Daverio che vede Galatina a pieno titolo candidarsi quale capitale di una Europa del futuro che comprende i paesi che si affacciano sul Mediterraneo e quella riduttiva di un gruppo di nostri concittadini commercianti.
Questo d’altro canto, suscita preoccupazione perché manifesta un disagio incredibile che chiarisce e spiega gli assurdi comportamenti ai quali assistiamo.
Di fronte a tale realtà non si può rimanere indifferenti anche perché il disagio è contagioso e fa star male tutti.