“Sono della <generazione di mezzo> sogno una politica fatta per strada ad ascoltare i bisogni della gente, non dei <clienti>”. 

Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano

Mi sono chiesta mille volte cosa c’è di buono nella mia città.

Mi sono risposta: “Tanto”. Per mille volte mi son risposta: tanto.

Mi sono chiesta mille volte cosa si fa di buono per la mia città.

“Nulla”. Mille volte: nulla.

Sono invisibili, niente parla di loro, non esistono, nessun segno, nessuna traccia, nessuna novità. Niente.

Un paese che non si accorge più della loro presenza, un paese che va avanti

da solo, senza guida, senza riferimento, infilandosi in strade tortuose che portano

a sbattere, che portano a fare brutto ciò che un tempo era bello.

Una “politica locale” non all’altezza della città, inadeguata.

Impegnata a bandire concorsi già confezionati, forse indirizzati, mentre il paese cammina allegramente nel solco rovinoso di un declino triste e malinconico, tra la delusione e la rabbia di chi come me avrebbe ancora voglia di sperare o anche voglia di rinunciare.

Una città tra la nebbia e chi, come me, barcolla tra illusioni e delusioni, alla ricerca continua di qualcosa di nuovo, alla ricerca della “bellezza della politica” che non trova.

Avvitati su piccole cose, a spasso nel Palazzo come “Fantasmi dell’Opera”, senza capire, ma facendo finta di capire e cercando inutilmente di vendere per nuovo un armamentario politico, vecchio e arrugginito. Supportati a volte da burocrati che

nel “privato” sarebbero stati chiamati a rispondere e che avranno in cambio una benedizione o una meritata promozione.

Sono della “generazione di mezzo” quella a cui la politica non dà spazio e la gente non dà credito.

Sono della “generazione di mezzo” che sogna una politica fatta per strada ad ascoltare i bisogni della gente, non dei “clienti”, che sogna una politica che guarda avanti, guarda al futuro dei tanti giovani della mia età.

Sono della “generazione di mezzo” testarda ed incosciente, con il coraggio di criticare e la forza per lottare.

Voglio solo che il mio paese sia “ il posto più bello”, dove vivere, passeggiare, dove crescere, dove invecchiare.

Tutta colpa della mia “età bastarda”. Ti fa innamorare della politica, riesce a farti vedere “bellezza” nella politica.

Poi ti accorgi che quella politica non c’è, ti accorgi che l’hanno graffiata, l’hanno cambiata, l’hanno tradita.

Mi sono chiesta centomila volte cosa fanno di buono per la mia città: Nulla.

Centomila volte nulla.