Due milioni di euro per ristrutturare S. Chiara. Ma le finalità erano diverse. Il PSI interroga il Sindaco sulle rimpatriate non autorizzate.
Forse Amante & Company non hanno ancora ben capito il vero fine per cui è stato finanziato l’ex Convento delle Clarisse con circa due milione di euro. Due sono stati infatti i milioni, finanziati in due trance, per recuperare un immobile di valore storico inestimabile e restituirlo ai suoi antichi splendori oltre che ai suoi primordiali fini sociali.
Il finanziamento era finalizzato a vincolare la destinazione d’uso dell’ex convento alla creazione di un Centro Sociale Polivalente in cui ospitare una Comunità alloggio per gestanti e madri con figli a carico, una Comunità educativa per minori,un Centro di ascolto per famiglie e servizi di sostegno alla famiglia e genitorialità.
Questo era nelle intenzioni mentre successivamente alla sua consegna all’Amministrazione Comunale, per realizzare le finalità sociali anzidette, Amante & Compagni pare proprio le abbiano sostituite con altre con valori assai meno onorevoli.
Dopo aver ospitato un torneo di bridge con scopo di lucro e dopo altri festini mascherati da finalità sociali, l’ultima sconcertante, peraltro priva di qualsiasi autorizzazione, manifestazione si è tenuta sabato 22 settembre 2018 in occasione della celebrazione dei 40 anni di una nota impresa del territorio (!).
Una festa caratterizzata da intrattenimento musicale, catering, somministrazione di alimenti e bevande, si dice anche alcoliche, ed il tutto, come già detto, senza che fossero state rilasciate le obbligatorie autorizzazioni.
La vicenda ha avuto un vasta risonanza in città, suscitando commenti poco edificanti verso gli amministratori anche per via della presenza al festino di alcune “alte” autorità politiche cittadine sicuramente poco interessate alla regolarità della manifestazione ma molto interessate ai brindisi ed alla propaganda politica.
Della vicenda si è interessato il consigliere comunale del PSI, Giuseppe Spoti, che ha presentato una interrogazione consiliare a cui il sindaco Amante dovrà dare una risposta in sede consiliare il 6 dicembre.
Il consigliere socialista chiede, in particolare “ Se è vero che le chiavi dell’ex convento Santa Chiara sono in possesso e nella disponibilità dell’Assessore Antonello Palumbo, del consigliere di maggioranza Pierantonio De Matteis o di altri soggetti e a che titolo ne siano in possesso e se il Sindaco alla luce dei fatti ritiene che sia tutto legittimo”
Chiede inoltre: “Se il Sindaco ha presenziato la festa e se ed in quale data sia stata pagata la SIAE ed il canone di utilizzo della struttura”
“Se ci sono rapporti di parentela – conclude Spoti – fra consiglieri di maggioranza e l’azienda in questione”
Nell’interrogazione, il consigliere Spoti, specifica infine che : “ In data 28 settembre 2018 il sottoscritto insieme al consigliere comunale Giampiero De Pascalis, si è recato dal Responsabile del procedimento per l’utilizzo della struttura per chiedere di prendere visione delle relative autorizzazioni, venendo informato che lo stesso non era assolutamente a conoscenza dell’evento e che anche il Dirigente al ramo confermava telefonicamente ai consiglieri e allo stesso Responsabile del procedimento la totale assenza di qualsiasi forma di autorizzazione in quel momento”
Prosegue poi asserendo che “i fatti descritti sono stati anche posti all’attenzione di sua Eccellenza il Prefetto di Lecce al quale è stata fatta pervenire un’informativa sull’accaduto e che sempre in data 28 settembre insieme al consigliere De Pascalis abbiamo fatto pervenire una richiesta per prendere visione e per fare una copia degli atti autorizzativi e nonostante l’invio di un sollecito via PEC, a quasi due mesi di distanza, ancora oggi non ci è stato consentito l’accesso agli atti come previsto dal regolamento”.
Infine alla luce di quanto scritto nella interrogazione ossia che il consigliere De Pascalis ha compartecipato alla richiesta di acquisizione degli atti inerenti la regolarità delle autorizzazioni per lo svolgimento della manifestazione e rilevata la non conoscenza dei fatti sia da parte del responsabile del procedimento che dal Dirigente della Direzione competente, visto che il festino si è effettivamente svolto, ci si chiede perché lo stesso consigliere De Pascalis non risulti anch’esso tra i firmatari della interrogazione. Se per gli altri consiglieri di opposizione (seppur assai remoto) potrebbe esserci il dubbio che non fossero a conoscenza dei fatti, nel suo caso la cosa risulta obbiettivamente assai difficile.
E’ opinione ormai diffusa che le sue bordate siano spesso caricate con munizioni a salve. Fanno fragore ma niente di più.