Essere quando bisognava esserci o esserci comunque? Veronica Romano e Francesco Colaci: correnti di pensiero diverso.
Rubriche/Opinioni/di Francesco Colaci
Resp.Dipartimento Turismo Forza Italia – Galatina
Gent.le Dott.ssa Romano,
seguo sempre con molto interesse i suoi interventi su “Il Sedile”, di cui apprezzo la chiave ironica ed il tono pungente. Le confesso che la lettura dell’articolo di oggi (ieri n.d.r.) mi ha un po’ turbato, stante l’amarezza e la
rassegnazione che prendono il sopravvento sulla giusta critica al mondo politico.
Condivido pienamente le premesse: Galatina non è più la città industriale degli anni ’80, che spiccava sull’intera provincia per il dinamismo imprenditoriale, cui conseguiva l’attenzione della macchina amministrativa, che si concretizzava nella puntuale presenza sul territorio delle Istituzioni.
Ne conseguiva un peso politico sulle decisioni regionali e nazionali oggi inimmaginabile. Oggi tutti gli asset strategici della Pubblica Amministrazione sono stati chiusi e spostati altrove e siamo diventati interland di Maglie, Lecce,
Nardò e perfino … Copertino.
Siamo terreno di conquista per vecchi e nuovi politicanti, a uso e consumo dei
loro interessi partitici ed economici.
Condivido anche la critica verso il mondo politico, compreso il mio partito, che, salvo rare eccezioni, si è inutilmente svegliato solo quando ha visto il paziente in punto di morte.
Condivido infine il pessimismo sull’efficacia delle ricette messe in campo, perché, come giustamente sottolineato, Galatina è fuori dalle stanze dei bottoni, per sua colpa, e difficilmente la sua voce verrà ascoltata da chi oggi è al potere a Roma o a Bari.
Ma qui finisce la mia condivisione del suo pensiero, perché non può essere la rassegnazione la soluzione. Non lo può essere perché essa è la fine cui ci ha destinato il potere politico attuale, che ci vuole silenti ed ossequiosi verso le loro elemosine.
Non è la soluzione perché la rassegnazione è la condizione attuale del Galatinese, dal momento ha accettato di essere vassallo di Maglie e Lecce per le scelte politiche di tutti i partiti e per la scelta dei candidati, di essere vassallo di Lecce nella chiusura di tutti gli uffici giudiziari, previdenziali e finanziari, di essere vassallo di Bari per le scelte di politica industriale, di essere vassallo di Nardò per le nuove iniziative politiche e civiche, e perfino di Copertino, per l’assistenza sanitaria ed ospedaliera.
La soluzione non è l’attuale rassegnazione, ma uno scatto di orgoglio che ci porti a sostenere le iniziative di rottura, come quella di Gianpiero, così come quelle di Albano Tundo, o di Andrea Coccioli, indipendentemente dall’effettiva efficacia, ma per il solo fatto che hanno l’intento di dimostrare che anche i
Galatinesi, quando vogliono, sono capaci di urlare in faccia a chi da per scontata la nostra ignavia, che non si fanno mettere i piedi in testa. Sono convinto che cambiando atteggiamento verso le scelte politiche, agevoleremo la nascita di una nuova coscienza critica e quindi di una classe dirigente capace di
rappresentarla.
Andiamo, quindi, a firmare tutti, numerosi e uniti, per una volta senza distinguo e scuse insignificanti o formalistiche, perché un altro treno elettorale sta per partire, ed è un’altra occasione per alzare la testa e pretendere dal potere politico regionale o nazionale, di qualunque colore esso sia, la tutela dei nostri interessi e dei nostri diritti.