Veronica Romano:” Si guardi intorno signor Colaci scoprirà chi ha barattato e venduto il nostro territorio”
Rubriche/Opinioni/ di Veronica Romano
Gentilissimo Signor FRANCESCO COLACI,
grazie per le belle parole e per il suo graditissimo intervento in risposta che per un “po’” ha messo in forse la mia rassegnazione.
Il suo è un intervento strapieno di passione per la politica e per la città, un intervento di cui riconosco la validità in termini generali, ma quando però vado a calarlo nella “nostra realtà” mi riesce difficile sposarlo.
Ho difficoltà a capire insieme a chi dovrei condividere la battaglia. Con il PD che probabilmente sosterrà l’ideatore di quello che ironicamente si definisce “riordino ospedaliero” o col PD che ha approvato e votato il provvedimento?
Con quel che è rimasto di Direzione Italia, ( se c’è ancora ) parlo ovvio di forze politiche locali, che non ha la forza neanche di battere un colpo?
Con la maggioranza che governa la città e che si sente “controparte” se qualcuno protesta per sostenere l’ospedale?
O con la maggioranza che politicamente è inesistente fuori dalle mura urbane, fuori dal palazzo?
Non si è accorto Signor Colaci dell’aria che tira? Non si è ancora accorto che il paese è “depresso” che la gente non s’aspetta più niente dalla politica locale, che non c’è entusiasmo, non c’è partecipazione, non c’è fiducia?
La politica locale impegnata in incontri e riunioni dal chiaro sapore del “nulla”, specchiata nella sua assenza di idee, di fantasia, di creatività amministrativa.
Togliere l’ospedale o togliere l’insegna di un bar di periferia chiuso da più di vent’anni, per noi paesani, è la stessa cosa: la gente non reagisce più.
Gentilissimo Signor COLACI, si accorgerà spero presto e non senza amarezza che nel mentre Lei fa un discorso politico vero e forte, di cuore, a favore della città, mentre Lei fa politica per amore della città, ha intorno tanta gente che fa politica per se stessa, che utilizza la città per migliorare le proprie posizioni, per soddisfare il proprio istinto clientelare e la vocazione al “potere”.
Si guardi intorno signor Colaci, scopra chi ha barattato il nostro territorio, chi ha venduto il nostro territorio, chi ha venduto il “suo silenzio” per un qualcosa che a volte non fa parte degli “interessi della città” o degli “interessi della collettività”.
Quando Lei parla di un paese che ha accettato di essere vassallo di Maglie, di Nardò e perfino di ……… Copertino, finiamo per perderci nella fiera della inconcludenza.
Si individuano le colpe, si individuano i colpevoli dell’emarginazione del nostro paese e poi magicamente si finisce per votare e peggio ancora di continuare a far votare gli autori, chi ha la responsabilità di tutto quanto.
Finiamo appunto per votare proprio chi ha scambiato la nostra città per “terra di conquista” ed il partito che Lei rappresenta non è mai rimasto estraneo a tutto ciò.
E mentre tutt’intorno, si sprecano dibattiti, forse interrogazioni, forse cortei, forse manifestazioni, mentre si punta il dito contro colpevoli o presunti tali, che finiremo per votare, mentre tutto scivola nella “giostra del controsenso”, e si mescolano insieme le cause e le soluzioni, facendo aderire i colpevoli con i salvatori, mentre tutto questo scorre intorno, io resto coerente nella mia motivata e felice “rassegnazione”.
Si guardi intorno signor Colaci, guardi in faccia chi ci rappresenta ai vari livelli, chi dovrebbe tutelare la nostra città e poi se vuole, mi dica:
come fa a non rassegnarsi.