Rubriche/Opinioni/ di Veronica Romano
E’ vero Signor Colaci, cambia il mondo e se cambia il mondo possono cambiare pure le persone.
Ma è quasi sempre il “potere” a cambiare le persone mai il contrario.
Sono le tante lobbies costituite da troppi poteri e altrettanti interessi, che cambiano il mondo e chissà perché il cambiamento non è mai favorevole all’uomo.
Impariamo da “Greta” la sedicenne svedese che ha visitato le istituzioni europee per sensibilizzarle sul cambiamento climatico.
Impariamo da GRETA simbolo globale della lotta per la sopravvivenza del pianeta.
Il mondo va in pezzi signor Colaci, c’è una spinta globale carica di disumanità che ha quasi l’amaro sapore delle crudeltà.
Ci solleveranno quelli che oggi sono solo dei “bambini”.
Come quei bimbi della scuola elementare di Foligno che tutti insieme si sono ribellati al maestro che, per vedere l’effetto che fa, aveva fatto girare il banco di scuola su cui sedeva un alunno “negro” dall’altra parte per non guardarlo in faccia. Troppo brutto.
Quei bimbi si sono alzati in piedi ed hanno girato il banco mettendolo nella stessa direzione degli altri e gridando al loro stupido maestro: è uguale a noi.
Dobbiamo guardare i bimbi per imparare. Dagli adulti sempre meno buoni esempi.
Sono queste le cose che, tra tanta maledetta noia, ci cambiano.
Guardi gli “atti”, ne scelga uno qualunque Signor Colaci, la sfido a trovare uno che non ha un interesse nascosto, che non contenga una clientela, che non contenga un interesse politico.
Non c’è un solo “atto” a tutti i livelli che non è viziato da un interesse.
Cerchi bene e si accorgerà di quanto è difficile trovarlo.
Si grida al cambiamento e nel frattempo si è imbevuti della politica più marcia e nauseante.
La invidio Signor Colaci, ma il suo è l’ottimismo della volontà, della speranza ma non della ragione.
Non riesco ancora a capire chi dovrebbe difendere il nostro territorio.
E mentre scrivo queste cose, il pensiero corre veloce regalandomi un senso di impotenza che mi è familiare.
Penso alla devastazione del nostro territorio, un territorio impoverito, imbruttito, irriconoscibile.
Penso alla TAP, mai contraria all’opera ma al suo approdo su un tratto di mare tra i più belli al mondo.
Penso alla xylella che ha sfigurato quelle che erano le nostre ricchezze.
Il cambiamento sta solo in chi ha promesso di “cambiare” in chi ha promesso il cambiamento e intorno al quale ha costruito un “consenso” che non ha più, ma che ancora rappresenta.
Guardi la “liquidità” delle posizioni politiche su ogni singola cosa. Variano come il tempo, anzi più veloce.
Pensavamo che il “Movimento” fosse di sinistra e invece è più a destra della Lega, pronti a condividere con loro tutta la disumanità e la rozzezza nell’esasperare sino alla strumentalizzazione un “giusto problema”.
Guardi il numero di votanti nelle ultime consultazioni elettorali, signor Colaci, e di sicuro le verrà in mente qualcosa.
Tra qualche anno voteranno meno di quanti lo hanno fatto sulla “piattaforma Rousseau”.
Lei signor Colaci ha una passione a tratti contagiosa. Ma io torno là, là dove ero all’inizio della nostra conversazione.
Mi rifugio nella mia splendida rassegnazione, là mi sento al sicuro, là sono al sicuro.
Gli schizzi di una “politica sporca” che vedo intorno, non riusciranno a “sporcarmi”.
Lo auguro anche a Lei signor Colaci. Col cuore.