Il Comando Supremo Italiano, il 4 Novembre 1918, alle ore 12.00, comunicava che la guerra contro gli Austro-Ungarici era finita. A Padova, nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino, era stato siglato l’armistizio il giorno prima.Terminava così la “guerra di trincea”, iniziata il 24 maggio 1915, con oltre 10 milioni di uomini che non hanno fatto più ritorno a casa, una guerra che ha segnato un secolo innescando molti cambiamenti, sia politici che sociali.Domani la città, con le autorità civili, religiose e militari ricorda i caduti di tutte le guerre, i caduti del fascismo, del nazismo, del comunismo, non dimenticando l’eroico sacrificio di tanti giovani che hanno lottato e creduto in un ideale. Fra qualche giorno ricorderemo anche il decimo anniversario dei caduti di Nasiriyya, 28 morti tra carabinieri, militari e civili italiani e 58 feriti, ricorderemo quel camion cisterna che esplode davanti alla base Multinational Specialized Unit dei nostri Carabinieri.
Noi tutti domani saremo lì, davanti a quel monumento che Galatina dedicò, nel 1928, ai suoi caduti della grande guerra, ma che virtualmente vuol essere il monumento di tutti coloro che sono morti per difendere il tricolore, simbolo di pace e libertà, di tutti coloro che con il loro sacrificio hanno reso possibile la nascita di un’Italia Repubblicana. Non è possibile vivere nel III millennio ed avere la guerra alle porte in tante aree del mondo; forse dovremo ricordare il messaggio che ci viene da quell’articolo 11 della nostra Costituzione e far nostro quel grido di dolore di Papa Giovanni Paolo II quando urlò al mondo, in quell’Angelus del 16 marzo del 2003, “mai più la guerra”, perché essa genera violenza, dolore e come disse John Kennedy “L’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità”.
Domani Galatina sarà davanti al simbolo dei suoi caduti a gridare il suo NO alla guerra perché noi uomini e donne del XXI secolo dobbiamo essere i costruttori di pace, di riflessione, perché è dal passato che dobbiamo trarre insegnamento ed avere un ruolo di educatori, di responsabili di questo presente e lavorare, lavorare tutti coesi, perché ciò che è accaduto non debba più accadere. Vorremmo però non avere più tragiche morti, ma vogliamo, così come dice Papa Francesco, che in questa nostra società dilaniata da divisioni e conflitti scoppi la pace.
Domani dopo il raduno, in Piazza Orsini, delle associazioni della Società Operaia, dei Reduci e combattenti, dell’ Aeronautica, dei Carabinieri, dei Bersaglieri, degli Alpini, della Polizia di Stato, che porteranno alti i loro labari, bandiere e stendardi, delle autorità civili e militari, il lungo corteo percorrerà via D’Enghien, Corso Luce e Piazza San Pietro. Nella Matrice, alle ore 10.00, Don Aldo Santoro, celebrerà la Santa Messa. Al termine, si ricostituirà il corteo che, dopo aver lasciato Piazza San Pietro e percorso Piazza Alighieri, Via Diaz, Via Toma, Corso Re d’Italia, sosterà per la prima volta davanti alla targa monumentale (inaugurata nel 1923 dal Preside Giacomo Candido) che ricorda i professori ed i giovani liceali caduti nel conflitto mondiale. Gli alunni dello storico Liceo Colonna, dedicheranno un brevissimo pensiero ai loro giovani compagni caduti per la Patria; dopo aver deposto una corona d’alloro, il corteo riprenderà la sua marcia verso il Monumento dei Caduti dove il Sindaco renderà gli onori. Il corteo sarà accompagnato dal Concerto Bandistico “S. Gabriele dell’Addolorata” di Noha.