Rubriche/Ricerche &Studi/di Coldiretti Puglia
In controtendenza i prezzi degli alimentari freschi crescono il doppio dell’inflazione (+1,8%), per effetto del maltempo che ha devastato le campagne provocando pesanti danni alle coltivazioni e riducendo le disponibilità sui mercati.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione che a maggio aumenta dello 0,9% rispetto allo stesso periodo delle scorso anno.
“Resta una forbice troppo larga tra i prezzi riconosciuti agli agricoltori in campagna e quelli al consumo, che raddoppiano, incidendo negativamente soprattutto sulle famiglie pugliesi povere, aumentate dal 14,5% del 2016 al 21,6% nel 2017, secondo le rilevazioni Istat. Sui consumi alimentari interni ancora stagnanti pesano gli effetti dell’ondata di maltempo che ha colpito la Puglia in questa maledetta primavera con pesanti danni alle coltivazioni, le distorsioni lunga la filiera e le importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alle produzioni regionali, senza che vengano rispettati gli stessi standard sociali, ambientali e di sicurezza alimentare”, denuncia Coldiretti Puglia.
La straordinaria ondata di maltempo che imperversa da 2 mesi non ha risparmiato i campi pugliesi, dove sono stati colpiti, tra l’altro, vigneti, frutteti e campi di grano, compromettendo soprattutto la raccolta delle ciliegie, con la perdita fino al 60-70% della primizie Bigarreau e Giorgia.
Danni pesanti anche ad albicocche, uva e agli agrumi in fiore, mentre è un vero e proprio crack per le angurie – insiste Coldiretti Puglia – con i campi allagati e le piantine andate distrutte e oltre alle angurie, sono andate in fumo le piantine dei meloni, gli ortaggi risultano in asfissia e marciti, sono gravi i danni ai vigneti di uva da vino ed è ridotta ai minimi termini la produzione di miele.
Le campagne sono state travolte dalla pazza primavera in un momento particolarmente delicato per l’agricoltura – sottolinea la Coldiretti – con le semine, le verdure in campo e le piante colpite mentre iniziavano a fare i primi frutti. Il risultato è un calo dell’offerta con effetti sulla spesa che deve fare i conti con la variabilità delle quotazioni ma anche con fenomeni speculativi sui prezzi al consumo che rischiano di innescarsi per colpa delle distorsioni di filiera, a scapito dei cittadini e dei produttori.
In queste condizioni è importante aumentare le attività di controllo per evitare che vengano spacciati per Made in Italy prodotti importati. Ma per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria e non cercare per forza il prodotto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti “brutti ma buoni”.