Cronaca/ di Redazione
Galatina – Non fu certo un bel vedere quanto avvenne giusto un anno fa quando con Determinazione del Responsabile del Servizio della Direzione Territorio e Qualità Urbana fu affidato incarico a 10 professionisti per la redazione di altrettanti progetti di fattibilità tecnica ed economica su altrettanti edifici scolastici finalizzati ad ottenere il finanziamento regionale per interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico di immobili di proprietà pubblica.
Con il medesimo atto furono impegnati circa 25.000 euro da distribuire ai professionisti chiamati, per un motivo o per un altro, a spartirsi la torta.
Dei dieci progetti neanche uno ottenne il finanziamento con buona pace degli edifici scolastici e delle casse comunali. Ad uno ad uno tutti i professionisti interessati bussarono a cassa e furono soddisfatti del loro avere: circa 2.500 euro ciascuno tutto incluso.
Tutti tranne uno che già essendo parente di primo grado di una consigliera comunale probabilmente non avrebbe dovuto o potuto neanche essere destinatario di un incarico comunale ma a ciò si sono aggiunti, emersi successivamente, anche altri motivi ostativi.
Infatti il professionista trasmessa la propria fattura elettronica per l’incasso (forse sperando in un miracolo da parte di S. Lucia) del proprio onorario per la redazione dello Studio di fattibilità della Scuola dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Via Arno, al momento della verifica della regolarità contributiva emergeva l’esistenza di una sua situazione di irregolarità di versamenti nei confronti dell’Ente Inarcassa.
Essendo oltretutto il debito del professionista, come vien scritto nella determina n. 443 del 26 giugno del 2019, di un ammontare superiore all’importo per la prestazione eseguita, l’intero ammontare del proprio credito è finito a compensare parzialmente la sua situazione debitoria nei confronti dell’Ente previdenziale.
Ora a parte il conflitto di interesse (quantomeno sicuramente morale) resta anche da chiedersi cosa abbia scritto il professionista sulla propria autocertificazione (al momento dell’accettazione dell’incarico) a proposito di situazioni o motivi ostativi ad essere destinatario di incarico pubblico. Inoltre perché mai chi di dovere non ha effettuato il controllo preventivo su quanto dichiarato in autorcertificazione dal professionista? I misteri di palazzo Mandorino.
Il professionista non è la prima volta che, con l’attuale amministrazione, lo ritroviamo attore di situazioni alquanto controverse che sono state oggetto di vivaci discussioni nell’aula consiliare. Lo abbiamo ritrovato insieme ad altri parenti in una ingarbugliata concessione edilizia con annessa permuta di terreni in contrada Guidano ed in quell’occasione sempre la stessa consigliera, per conflitto di interessi, al momento della votazione dovette alzarsi ed abbandonare l’aula consiliare.