Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano

Se il mio papà avesse scritto una lettera così fortemente accusatoria, così circostanziata e dettagliata nei contenuti, avrei fatto tremare il Palazzo e
avrei fatto sentire il suo “tremolio”, in tutti i paesi della Magna Grecia.
Li avrei salutati, apostrofati e sbeffeggiati.

Coerenti nelle clientele, nel far passare per “cultura” anche l’esibizione del RE DEGLI IGNORANTI, viene in mente di chiedermi: Perché lui no?

Ci sarà qualcosa che ci sfugge, che non sappiamo, solo così è spiegabile l’assordante silenzio del figlio consigliere, che in quanto maggioranza è destinatario anch’egli delle accuse, di tutte le accuse del padre.

E quando lo stesso dice che non c’è limite al peggio, lo comprende.
Quel padre ed elettore, che nella sua lunga lettera esprime tutta la sua rabbia, la sua mortificazione, la sua delusione per un “cambiamento” soltanto annunciato.

Forse però siamo noi che parliamo senza conoscere, senza conoscere i particolari.
Può essere. O può anche non essere.

Magari si teneva “sospeso” il padre per indebolire politicamente il figlio.
Ci mancava solo quest’ultimo siparietto, il finale di un copione assai vasto.
Basta !!!!!
Se vi resta ancora un po’ di pietà. RISPARMIATECI.