Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Seduto su una panchina di fronte al mare in una notte d’estate e di luna piena.
Guardo la LUNA, guardo la sua luce riflessa nell’acqua.
Quella LUNA che tutto il mondo festeggia mentre lei non sembra per niente interessata e forse, non se ne accorge neanche.
Tanta strada per venirti a trovare e non ci fai neanche un sorriso.
Ti guardo ed è già tardi, intorno non c’è più nessuno, nessun rumore, e tu resti lì in silenzio, immobile ancora a lungo. E’ ancora il tuo turno.
Poi scompari, e poi ricompari.
Hai ispirato canzoni e poesie, ci hai fatto innamorare, ci hai fatto compagnia, sei entrate nelle nostre case, nella nostra vita, nei nostri cuori.
Ci siamo conosciuti di persona 50 anni fa, di questi giorni, non so se ancora ricordi, se ancora conservi qualche traccia di noi.
Alcuni miei “paesani della Terra” con accento diverso, sono venuti a trovarti, son venuti a ringraziarti.
Evito di pensare, evito di immaginare l’Universo, troppo grande per me, troppe domande senza risposte, sconosciuto da farmi paura.
Non riesco a immaginare l’infinito, e quello che c’è dopo e ancora dopo e poi dopo ancora.
Ma la LUNA fa parte di me, la LUNA fa parte di noi, è come se ci ascoltasse, come se ci spisse.
Non abbiamo la minima idea di tutto quanto si muove intono tra stelle e cielo, tra un cielo e un altro ancora, se un giorno scopriremo altre forme di vita e dove.
A noi basta la LUNA. Basta solo la LUNA.
Ciao e mi raccomando, fatti vedere.