Cronaca/ di Coldiretti Puglia
Reimpianti negati in provincia di Lecce anche nelle aree senza vincoli paesaggistici, dove la burocrazia ostacola la rigenerazione del Salento e si appiglia anche ai coni d’ombra e ai sesti d’impianto, rende noto Coldiretti Puglia.
“La situazione ha assunto toni grotteschi con un eccesso di competenza palesata anche dalle Commissioni Paesaggio che iniziano ad interessarsi anche delle aree libere da vincoli paesaggistici ed entrano nel merito dei coni d’ombra, imponendo sesti d’impianto come se avessero competenze agronomiche. In Salento lo scenario è esplosivo, con i ritardi e i rimpalli di responsabilità a cui gli agricoltori assistono da 6 anni. Il ministro Bellanova deve intervenire subito, supportata adeguatamente dalla struttura tecnica, per ridare libertà imprenditoriale alle imprese agricole e consentire agli agricoltori di espiantare e reimpiantare, anche diversificando le colture, per ridare al Salento prospettive e ricchezza, restituendogli il volto bello che sta perdendo”, denuncia Coldiretti Puglia.
La burocrazia continua a confermarsi il più forte alleato della Xylella, mentre il Salento muore – insiste Coldiretti Puglia – con i reimpianti in provincia di Lecce, nell’area infetta da Xylella fastidiosa, che procedono col contagocce, dove sono stati reimpiantati solo 300 ettari con circa 120mila piante resistenti, di cui il 45% di varietà Leccino e il 55% di Favolosa.
“Non bastavano le aree a vincolo paesaggistico dove, per una fanta interpretazione del Decreto Emergenze, gli agricoltori non possono ancora reimpiantare. Ora le Commissioni Paesaggio si vestono di autorità e di eccesso di competenza anche rispetto ai coni d’ombra, rigettando le domande o obbligando al reimpianto di massimo 400 piante di ulivo, bloccando ancora una volta e per l’ennesima volta la ripartenza del Salento”, insiste con durezza il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele.
Coldiretti ricorda che il Decreto Emergenze, introducendo l’art. 8 ter, ha previsto che gli interventi di estirpazione di olivi nelle zone infette da Xylella fastidiosa, previa comunicazione alla regione, possono essere effettuati in deroga a quanto disposto dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1945, n. 475, e ad ogni disposizione vigente anche in materia vincolistica nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.
“Del resto assistiamo ad un singolare e sconcertante scambio di competenze – continua Cantele – tra l’Assessorato all’agricoltura e la Soprintendenza che sta prescrivendo, oltre al parere paesaggistico, l’obbligo del reimpianto di analogo numero di piante da abbattere al sesto di impianto di m. 10 x 10 con l’impiego di varietà Leccino nell’area infetta della provincia di Lecce. Evidentemente ignora che la varietà Leccino, non essendo autofertile, ha bisogno necessariamente di un’altra cultivar che funga da impollinatore. Quindi, ne deriva che l’agricoltore non può avere l’obbligo di realizzare un reimpianto solo con varietà leccino”.
E’ a rischio l’intera filiera olivicola salentina – dice Coldiretti Puglia – con gli agricoltori senza reddito da 6 anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.
“Con il Decreto Emergenze, che non può e non deve in nessun modo essere vanificato da ulteriori ritardi, scaricabarile e timidezze regionali – aggiunge Cantele – devono essere superati tutti gli ostacoli della burocrazia che finora ha fatto più danni della malattia. Ci sono domande di espianto presentate anche 10 mesi fa, a dicembre 2018, le più recenti ad aprile, tutte rispedite al mittente dalla Sovrintendenza di Lecce, perché depositate con procedura semplificata, con la richiesta di ripresentarle con procedura ordinaria”.
Oltre alla perdita di mesi di tempo e all’aggravio dei costi con la procedura ordinaria le domande passano al vaglio della Commissione locale per il paesaggio, chiamata a valutare anche tutte le pratiche edilizie. Dopo anni di errori, incertezze e scaricabarile abbiamo bisogno di un impegno risoluto – conclude il presidente Cantele – per salvare la filiera dell’olio extravergine di oliva, consentendo agli agricoltori di espiantare e reimpiantare sbrurocratizzando le procedure così come previsto dal Decreto Emergenze, sostenendo i frantoi salentini in grave crisi di liquidità, a partire dalla moratoria sui mutui e all’integrazione al reddito, accompagnandoli nel percorso di dismissione parziale o totale degli impianti e nella riconversione eventuale delle attività”.
Determinante il piano per la rigenerazione dell’olivicoltura nella zona infetta da Xylella – conclude Coldiretti Puglia – con l’istituzione di un fondo per la realizzazione di un Piano straordinario per la rigenerazione olivicola del Salento, con una dotazione pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, in stretta correlazione con il Piano anti Xyella, approvato in Conferenza Stato – Regioni il 13 febbraio scorso.