Si elude la legge senza che nessuno la faccia rispettare. Perchè?

Cronaca/di p.z.

Da un po di tempo a Galatina alcuni cantieri in cui vengono eseguiti lavori pubblici sembrano non avere paternità..e neanche maternità. Sono del tutto mancanti del rispetto di quanto previsto dal d.P.R. 380/2001, che all’art. 27, comma 4 prescrive l’obbligo di esposizione del cartello di cantiere con i dati sui lavori da eseguire e le relative autorizzazioni.

Nel caso di lavori pubblici le dimensioni del cartello sono fissate dalla Circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 1729/UL del 1 giugno 1990 e stabilite nelle dimensioni minime di 1 mt. di base x 2 mt. di altezza.

Al posto della cartellonistica, dobbiamo invece accontentarci dei selfie che immortalano la fase di inizio dei lavori. La cosa più seria è che soggetti presenti in prima fila di dette foto rivestono incarichi e responsabilità pubbliche. Uno in particolare è colui che ha il compito di controllare la corretta e regolare esecuzione dei lavori.

Ora chiunque tra voi lettori volesse fare una passeggiata in via Gallipoli vedrebbe come a poche centinaia di metri vi siano due cantieri di lavoro. Il primo è quello relativo al rifacimento del manto stradale di alcune strade cittadine. Il secondo è quello che riguarda la manutenzione del verde pubblico.

Ebbene facendo quella passeggiata vi renderete conto come nessuna delle due esponga quanto dovuto per legge. Vi renderete conto di come nessuno di voi sia in grado di capire e sapere chi sono i responsabili di cantiere, a quale ditta appartengano i lavoratori, il responsabile della sicurezza in fase di progettazione e esecuzione dei lavori, il RUP etc.

Ci sta inoltre un particolare che accomuna i due cantieri. Entrambi gli operatori economici vincitori della gara hanno subappaltato i lavori. La legge prescrive che, qualora sia prevista, possa essere subappaltato massimo il 30% dell’importo complessivo dei lavoro.

Nel caso del servizio di manutenzione del verde pubblico occorre fare una piccola cronistoria. A vincere la gara era stata la ditta G. Sgavi di Acquaviva delle Fonti. Appena dichiarata vincitrice ha presentato richiesta di appaltare il 30% dell’importo dei lavori alla Ditta Ecom Servizi Ambientali. La richiesta fu respinta avendo la Ecom partecipato alla gara e quindi incompatibile al subappalto.

la G. Scavi ritornò alla carica con una nuova richiesta ed un nuovo nominativo quello della Punto Verde. Questa volta ottenne il permesso. Da quando sono iniziati i lavori la G. Scavi di Acquaviva non si è mai vista in città. A svolgere la totalità dei lavori si vedono lavoratori della Punto Verde ed un paio di lavoratori che si muovono con automezzi e strumenti di lavoro etichettati Ecom.

Grazie alla mancanza di cartellonistica di cantiere sul luogo di lavoro è, quindi, impossibile per chiunque (eccezion fatta per chi muove i fili) sapere chi e quale percentuale di lavoro stanno svolgendo ognuna delle componenti in gioco.

A prima vista e di primo acchito verrebbe da pensare che l’assenza del cartellone di cantiere possa essere proprio un escamotage per aggirare la legge sul subappalto. Potrebbe ma non è detto che lo sia anche se il dubbio c’è e le omissioni giustificano ampiamente che ci sia.

Lo stesso dubbio si sta insinuando anche per i lavori di rifacimento del manto stradale. Anche qui come detto stiamo assistendo all’adozione della stessa tecnica. Sarebbe opinabile che la voglia di vederci chiaro e di assicurarsi che trattasi soltanto di macroscopiche sviste e non di tatticismi per eludere la legge sul subappalto assalga anche qualcuno dei consiglieri e lo spinga magari ad approfondire la tematica.

Una citazione a parte merita il sindaco Amante. La merita per la sua spontaneità, per la sua originalità, per il suo modo di porsi, per il suo modo di essere. Non ce lo avessimo bisognerebbe inventarlo. Scrive su Facebok: “Sono iniziati questa mattina i lavori per il rifacimento del manto stradale in molte strade di Galatina. I cittadini che dovessero eseguire allacci sono pregati di mettersi in contatto con l’Ufficio dei Lavori Pubblici per consentire un lavoro ottimale”.

Lui non scrive, come dovrebbe essere, che ha convocato o è andato a trovare, non dico già al momento di assegnazione definitiva dei lavori ma almeno un po di tempo prima dell’inizio, i responsabili dell’AQP per concordare un piano che non sia di intralcio per nessuna delle due parti nella realizzazione dei rispettivi lavori.

Magari l’AQP avrebbe eseguito tutti i lavori pendenti entro una certa data dopo di che il Comune avrebbe iniziato i propri per il rifacimento del manto stradale. Niente di tutto ciò. Sapendo a priori che nessuno controllerà mai, ne interverrà mai, per far eseguire i lavori a regola d’arte all’AQP (la storia e le strade ce lo insegnano ampiamente) lo stesso giorno dell’inizio dei lavori scrive quattro righe ed invita chi deve fare lavori di allaccio a fare una capatina dai lavori Pubblici.

Come se i cittadini che hanno la sola unica certezza di pagare anticipatamente una bella somma di denaro vengano anche messi al corrente con largo anticipo di quando saranno eseguiti i lavori. Insomma ciò che deve essere concordato e programmato tra le due parti in causa viene scaricato sui cittadini. Si potrà sempre dire : “Io vi avevo avvisato, la colpa è vostra. Adesso tenetevi già scassata la strada appena rifatta”.

Oltretutto si tratta di lavori che, a titolo di risarcimento danni, dovrebbero essere a totale carico di questi signori dell’AQP e non dei cittadini che hanno già pagato e pagano saporitamente strade, allacci, acqua e fogna. Poi ci sarebbero i controllori ma quelli…chi li controlla.