Anche il comune di Corigliano d’Otranto ha chiesto e gli è stato dato…naturalmente gratis.
Cronaca/ di Redazione
Facciamo una premessa. L’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata Coriàna, con capofila il Comune di Corigliano d’Otranto, si è candidata al bando della Regione Puglia ed è stata ammessa a finanziamento per la somma di 450.000 euro a valere sul POR Puglia 2014-2020, Asse IX – Azione 9.6.
In qualità di soggetto Capofila dell’ATS il comune di Corigliano (chissà chi avrà suggerito ed organizzato l’operazione?) ha proposto a Sindaco e Giunta di realizzare all’interno del bene confiscato alla mafia di Via Bellini in Noha, alcune attività connesse al progetto di antimafia sociale dal titolo “Al Cor non si comanda” finanziato appunto dalla dalla Regione con 450.000 euro.
Il Progetto prevede il consolidamento del contrasto all’illegalità, dell’educazione alla cittadinanza attiva ed il rafforzamento dell’antimafia
sociale, per mezzo di diverse attività di laboratorio e di formazione
che il Comune di Corigliano nella sua veste di capofila ha chiesto di realizzare nell’immobile di proprietà del Comune di Galatina ed assegnato in gestione quinquennale all’associazione utilizzando la sala convegni e le attrezzature di proprietà dell’Associazione Levéra.
Il Progetto in argomento dovrebbe concludersiso entro il termine del 31 dicembre 2020 salvo (e come spesso accade il salvo è solo un pleonastico) eventuali proroghe.
Sentito anche il parere (quanta bontà) dell’associazione Levèra, che è stato positivo il Comune di Galatina ha concesso quanto richiesto al Comune di Corigliano.
In nessuna parte della Delibera di Giunta, la n. 326 del 20 dicembre 2019, si legge alcunché riguardo la subordinazione della concessione all’uso dell’immobile a vincoli di carattere economico.
Ciò significa che altri comuni sicuramente più bravi di noi a presentare progetti da farsi finanziare ottengono un ricco budget di 450.000 euro da spendere e quindi fanno nei nostri confronti la parte dei ricchi questuanti intelligenti mentre noi, che dell’ATS non facciamo neanche parte, facciamo quella dei poveri deficienti