Cronaca/Politica/di Circolo Cittadino di Italia Viva.
P.E.B.A è l’acronimo di Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Ogni Comune ne dovrebbe avere uno. Serve a permettere il raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini.
Introdotto nel 1986 con la Legge n.41, si immagina uno strumento per monitorare, progettare e pianificare interventi per il superamento delle barriere architettoniche in edifici pubblici, successivamente integrati con la Legge n.104 del 1992 dove veniva esteso il Piano anche agli spazi urbani garantendo così la libertà di spostamento nel territorio alle persone con ridotta capacità motoria.
Con la Delibera n.2062 del 18/11/2019 la Giunta Regionale, stanzia il Contributo per la redazione del Peba con la dotazione finanziaria di €200.000,00 per ciascuno degli esercizi 2019/2020/2021. Il contributo è pari a 5mila euro per i Comuni con popolazione residente fino a 30.000 unità, e a 10mila euro per i Comuni con popolazione residente oltre le 30.000unità. La delibera viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia il 03/12/2019 con allegato il Modello di Domanda alla redazione del Piano. Il 13/12/2019 è il termine ultimo per l’invio della richiesta.
Con rammarico scopriamo, spulciando l’atto dirigenziale del Dipartimento Mobilità-Sezione Politiche Abitative della Regione Puglia del 17 dicembre 2019 che ha per oggetto “Contributo ai Comuni per la redazione del Peba. Ammissibilità a finanziamento delle domande pervenute” che, tra i 108 Comuni che hanno presentato domanda, non compare quello di Galatina.
Ci aspettavamo da parte dell’Amministrazione Amante l’invio della domanda con la possibilità, di giocarsi la chance di essere tra quei comuni vincitori del Contributo. Considerando che non si possono conoscere in anticipo le probabilità di vittoria, né il numero dei partecipanti, la volontà politica di intercettare i finanziamenti, diventa fondamentale. Invece nulla.
Sarebbe stato un atto di sensibilità e di attenzione da parte degli amministratori verso una tematica altamente sentita in città, coinvolgendo magari anche l’associazionismo, perchè non può trattarsi di una sola normativa di edilizia, ma soprattutto una battaglia di civiltà e diritti.
Sappiamo che gli Enti locali già adottano misure per il superamento delle barriere architettoniche, che molto spesso risultano mancanti di coordinamento, di partecipazione e di programmazione, caratteristiche che rappresentano il presupposto per la buona efficacia dell’amministrazione amministrativa, proprio per questo era necessario “investire” nel Peba. Come non possiamo ignorare la ristrettezza delle risorse comunali a causa dei modesti spazi di manovra derivanti dal noto piano di riequilibrio dei conti del nostro Comune, ma insistiamo sul fatto che sarebbe stato più utile ottimizzare le poche risorse a disposizione verso un importante progetto di cofinanziamento come appunto quello del Peba.
Le scelte di cosa cofinanziare e cosa no sono delle scelte evidentemente politiche. E su quelle bisogna immaginare la Città, non ci si può dimostrare “distratti” di fronte all’opportunità di istituire, anche nella nostra Città uno strumento così determinante per la libertà quotidiana, per l’inclusione sociale, per la vita indipendente e per l’accessibilità di tutti i cittadini, nessuno escluso.