Rubriche/Pensieri&Parole/di Piero D’Errico
Sembrava come la fine del mondo, come se se non ci dovesse essere più un domani,
come se non dovesse più fare alba.
Bastava un banale colpo di tosse a farci piombare nella paura.
Per tutto quel periodo, furono in molti a chiedersi: Dio, così tanto sei arrabbiato con noi!
Tutto si susseguiva tra un cauto ottimismo e poi un cauto pessimismo e la sera veniva il momento tragico: la conta dei morti.
Dei morti da piangere, dei morti da seppellire.
Ogni sacrificio venne accettato senza “fiatare”, senza sofferenza, c’era da difendere un confine, il confine che divide la vita dalla morte.
Restammo chiusi in casa, tra silenzi e paure e nel frattempo riordinammo priorità e valori.
Un VIRUS, voleva rubare la nostra vita e noi con forza ci opponemmo: ”abbiamo solo questa, non ne abbiamo un’altra”.
Non fu facile, ma “quel giorno” arrivò, guardammo il cielo di maggio, era andato tutto bene.
Si, era andato tutto bene e quel cielo azzurro, non ci era mai sembrato così bello.
Era come fosse finita la “guerra” e noi eravamo “sopravvissuti”.
Ci trovammo all’improvviso in un mondo che non era più quello che avevamo lasciato,
quello in cui eravamo abituati a vivere, ma non aveva perso neanche un po’ della sua bellezza.
Fu il giorno dopo la tempesta, l’alba del nuovo inizio.
Andai in giro senza meta, entrai in bar e negozi, girai, girai girai. Salutai.
Volevo rivedere la città di notte, le sue luci, la sua gente, la sua vita.
Era tardi ed era ancora strapiena di gente.
Comprai, comprai comprai, piccoli pensieri, piccoli regali.
Tornai a casa che era tardi, molto tardi, ma non ero stanco.
Mi addormentai a fatica, quasi volevo uscire ancora, accertarmi che non era un sogno.
Sognai un cielo azzurro e il mare, sognai in giro, festa, baldoria e canti popolari.
Quel CIELO AZZURRO DI MAGGIO, lasciò dietro di se una storia in più da raccontare,
da ricordare, forse dimenticare.
Quel CIELO AZZURRO DI MAGGIO, portò con se abbracci, carezze, gioia e rimpianti,
lasciò dietro di se fiori, candele accese e pianti.
Quel CIELO AZZURRO DI MAGGIO, lasciò suoni e canzoni, lasciò balconi e bandiere,
lasciò rabbia, lasciò paure, lasciò preghiere.