Sono circa 500 i blocchetti già consegnati ai nuclei familiari.
Cronaca/di p.z.
Hanno un bel da fare di questi tempi i Servizi Sociali dei Comuni di tutta Italia nel doversi cimentare a stilare graduatorie per la distribuzione dei buoni legati all’emergenza Covid-19.
Casi eclatanti a parte, stilare una graduatoria che rispetti i reali valori individuali di merito o demerito ad aver diritto ad un sussidio, ad un’assistenza, sopratutto se alla base di detta classificazione vi è il reddito, non è un’impresa facile.
In uno Stato in cui l’evasione fiscale è stimata in 300 miliardi di euro figuriamoci, quanto valore possano avere, con le dovute eccezioni, le documentazione reddituali.
Che lo Stato o chi per esso, dettino ai Comuni criteri e le linee guida a cui attenersi nella valutazione dello stato di bisogno, fatta eccezione per casi di povertà eclatante, la mappatura della povertà individuata con dette graduatorie resta del tutto opinabili e poco rappresentativa.
Ci saranno magari altri tipi di colpe da imputare ai Servizi Sociali certamente non questa per cui, per restare nel nostro ambito locale, dove abbiamo maggior contezza visiva di alcune situazioni sgradevoli, non vi è da meravigliarsi nel veder giungere a fare la spesa, nello stesso negozio in cui la state facendo anche voi, un tizio con una BMW di ultima generazione che poi vedete alla cassa pagare con i buoni spesa. Non quelli aziendali.
Sarà pure senza lavoro, senza reddito documentato ma quella macchina, quel tipo di macchina, ha i suoi costi per mantenerla e senza risorse a disposizione certamente non si può.
Ma come dicevamo non è colpa dei Servizi Sociali comunali. Loro si limitano ad applicare quanto la legge in materia dispone.
Diverso è invece il giudizio per ciò che riguarda altre situazioni in cui è coinvolta l’operatività degli stessi.
Ho sotto gli occhi la Determina della Dirigente delle Politiche Sociali e Servizi alle persone dott.ssa Bianco la quale, a proposito dell’acquisto delle derrate alimentari presso esercenti che hanno manifestato anche l’interesse ad accettare i buoni spesa scrive: ”
“Ritenuto doversi provvedere, con urgenza, a individuare tra gli esercizi commerciali inseriti nel citato elenco comunale (quelli che hanno accettato i buoni spesa n.d.r) quelli disponibili a fornire
pacchi spesa da consegnare a famiglie in difficoltà;
(…) Acquisiti i preventivi, agli atti, delle seguenti ditte:
“Iris srl – Supermercati DOK – Degusterie” per un importo pari a € 1.512,60 comprensivo di IVA
“A.D.O. Service srl CONAD CITY” per un importo pari a € 1.696,86 comprensivo di IVA
“LONGO MARKET” di Longo Anna Rita per un importo pari a € 560,00 comprensivo di IVA;
SUPERMAC per un importo pari a € 1.473,90 comprensivo di IVA (…). Ritene di affidare loro la fornitura dei pacchi alimentari”.
Come al solito le determinazioni della nostra Dirigente non sono mai da prendere come esempio di limpidezza e trasparenza degli atti amministrativi
Già non si capisce il nesso tra elenco esercenti per la fornitura di derrate alimentari ed elenco di chi ha accettato i buoni spesa. Perché mai chi non ha accettato i buoni spesa dovrebbe essere escluso dalla fornitura?
Come se non bastasse, e qui richiamiamo in causa la trasprenza degli atti amministrativi, saremmo proprio curiosi di sapere il tipo di preventivo che è stato chiesto di fornire agli esercenti commerciali.
Giusto per fare un esempio è stato chiesto nel preventivo il prezzo a cui sarebbe stato venduto il tonno marca X oppure è stato chiesto semplicemente tonno? Capirete che è importante ai fini della formulazione di un preventivo oggettivo e univoco.
E poi per quale motivo non è stato fatto un Avviso Pubblico? Giustifichiamolo con l’urgenza che almeno in questo caso regge.
Intanto, secondo i dati forniti dall’Amministrazione comunale, sono circa 500 i blocchetti di buoni spesa spesa consegnati ai nuclei famigliari in situazione di bisogno. La consegna proseguirà, a scalare nella graduatoria, sino all’esaurimento delle risorse a disposizione.