Cronaca/ di Coldiretti Puglia
Con oltre la metà del pescato (55%) che viene consumato fuori casa la chiusura prolungata dei ristoranti affonda la flotta pugliese con 1.500 pescherecci e 5mila posti di lavoro.
E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia sugli effetti del lockdown prolungato al primo giugno. Lo stop forzato alla ristorazione fino alla vigilia dell’estate è un duro colpo per il settore ittico che coinvolge anche la chiusura a cascata delle pescherie e dei mercati ittici all’ingrosso e alla produzione.
Ad aggravare la paralisi del settore sono i limiti agli spostamenti che hanno causato anche il crollo della domanda di pesce fresco per consumo casalingo con la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni, per evitare di doversi recare spesso al supermercato, che ha portato i consumatori ad orientarsi verso conservati e surgelati. In difficoltà anche gli oltre 12 impianti di acquacoltura e mitilicoltura diffusi in Puglia.
In Puglia paradossalmente i consumi di pesce sono tra i più bassi d’Italia. Solo il 57% dei pugliesi consuma pesce almeno una volta alla settimana, al 14esimo posto della classifica nazionale, ne mangia meno di campani, marchigiani, lucani, umbri, abruzzesi, toscani, valdostani e liguri.