Rubriche/Economia&Imprese/di O. E. “Aforisma”.

Le aperture di nuove aziende continuano a superare le chiusure. Anche a giugno si sono registrate più iscrizioni, che cancellazioni, al Registro imprese.

Nonostante la pandemia, ancora in corso a livello globale, il saldo della nati-mortalità delle attività economiche si conferma positivo in Puglia. È quanto emerge da un’analisi condotta dall’Osservatorio Economico di AFORISMA school of management, socio ordinario Asfor (Associazione Italiana per la Formazione Manageriale).

Lo studio prende in esame tutte le imprese attive, cioè quelle iscritte in Camera di Commercio, che esercitano l’attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto. Si tratta, quindi, di un sottoinsieme dello stock totale delle imprese registrate nelle Camere di Commercio della Puglia.

Nell’ultimo quadrimestre, dal 29 febbraio al 30 giugno scorsi, le imprese attive sono aumentate di 2.928 unità, pari quasi all’uno per cento: da 324.205 a 327.133

In crescita il settore delle costruzioni da 38.315 a 38.888, con un saldo di 573 nuove imprese; l’agricoltura passa da 76.442 a 76.977, con un saldo di 535 aziende in più; il commercio ne conta 378 in più (da 96.281 a 96.659); l’attività dei servizi di alloggio e ristorazione cresce di 271 unità (da 23.304 a 23.575); le attività professionali, scientifiche e tecniche di 210 unità (da 8.252 a 8.462). Nonostante il coronavirus, non cedono le attività manifatturiere: +124 unità (da 24.492 a 24.616); le attività immobiliari (da 5.452 a 5.576); i servizi di informazione e comunicazione +111 unità (da 5.060 a 5.171). Stesso incremento per il trasporto e le attività finanziarie e assicurative: +75 unità.

In Puglia, ad oggi, si contano ben 327.133 attività economiche, tra ditte individuali, società di persone o di capitali, cooperative, consorzi ed altre forme giuridiche di impresa. In dettaglio, 125.191 hanno sede legale in provincia di Bari e Barletta-Andria-Trani; 31.667 in provincia di Brindisi; 63.855 in provincia di Foggia; 64.358 in provincia di Lecce e 42.062 in provincia di Taranto.

«Si profilano – spiega Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico – due scenari: uno di lungo periodo, se il virus dovesse tornare con maggiore forza in autunno, imponendo un nuovo lockdown, con effetti prolungati e ancora più gravi; e uno scenario di breve periodo, alternativo e più probabile, con conseguenze sui ricavi e sui margini aziendali solo per l’anno in corso, con una crescente ripresa dal 2021. È probabile che i vari bonus, assieme ai contributi e ai finanziamenti a fondo perduto abbiano tamponato la temuta emorragia di imprese. Chiudere definitivamente una partita Iva imprese – spiega ancora Stasi – avrebbe significato perdere il diritto alle diverse forme di sussidio, rivolte in favore di ditte individuali, lavoratori autonomi, liberi professionisti, società di persone e di capitali, cooperative e consorzi. Se il coronavirus non ha ridotto il numero delle imprese, non si può dire lo stesso per i ricavi e i fatturati complessivi, ad eccezione di alcuni settori».

fonte: elaborazioni Osservatorio Economico AFORISMA su dati Infocamere