Eventi/di Wojtek Pankiewicz

A nome del Movimento Culturale “Valori e Rinnovamento” e mio personale esprimo fervidi  voti augurali, con grande gioia ed affetto,  per il  novantesimo compleanno, a Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale Salvatore De Giorgi, semplicemente don Salvatore, per tutti noi che lo conosciamo e gli vogliamo bene.

Nato a Vernole il 6 settembre 1930, in una famiglia numerosa, otto figli, di profonda fede e vita cristiana. In questo contesto si forma la sua vocazione al sacerdozio ministeriale. Così riceve  l’ordine sacro il 28 giugno 1953  dal Vescovo Mons. Francesco Minerva, del quale è segretario fino al 1958. Da sacerdote , il 12 ottobre 1958, diviene il primo parroco della parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Santa Rosa di Lecce, dove c’era solo una piccola sala (comunione e cresima don Salvatore le avrebbe celebrate in mezzo alla strada, la costruzione della chiesa, iniziata nel 1959, si concluderà nel settembre del 1960), alcune case popolari e tanta campagna, incarico che ricopre fino al 1973.

Nella diocesi di Lecce ha ricoperto diversi importanti incarichi pastorali. Nel 1973, in occasione del 25° anniversario di ordinazione episcopale di Mons. Francesco Minerva, il Santo Padre Paolo VI vuole fare un dono alla diocesi di Lecce per quel fausto evento, nominando mons. Salvatore De Giorgi Vescovo Ausiliare di Oria Mons. De Giorgi entra in Oria il 5 gennaio 1974.  Nel 1981 è promosso arcivescovo di Foggia. Il 10 ottobre 1987 viene trasferito a Taranto, dove mantiene il ministero episcopale fino al 1990, quando è nominato assistente ecclesiale generale dell’ Azione Cattolica, divenendo Arcivescovo emerito di Taranto.

Diviene arcivescovo metropolita di Palermo e primate di Sicilia il 4 aprile 1996. E’ creato cardinale da papa Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 febbraio 1998, con il Titolo di Santa Maria in Ara Coeli. Nel 2005 partecipa al conclave che elegge papa Benedetto XVI.

Il carissimo don Salvatore  non ha mai agito in nome proprio ma  è stato sempre il fiduciario di un Altro, di Gesù Cristo e della sua Chiesa. Non è stato quindi un manager, un capo per virtù propria, ma l’incaricato di un Altro, per il quale egli garantisce. 

Egli non ha diffuso le sue idee personali, ma è sempre stato un inviato che ha un messaggio da trasmettere che è più grande di lui. Lo abbiamo apprezzato sempre per questa Sua fedeltà al Vangelo. Una vera roccia per la Chiesa, come oggi ne abbiamo davvero tanto bisogno. Ad multos annos, Eminenza carissima, in sovrabbondanza di grazia e in pienezza di vigoria fisica