Cronaca/Coldiretti Puglia

L’ennesima violenta grandinata si è abbattuta in provincia di Foggia, colpendo gli oliveti proprio alla vigilia del raccolto, con particolare intensità su Torremaggiore, culla della varietà ‘Peranzana’.

 E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia dinanzi al bilancio dell’ennesimo fenomeno della tropicalizzazione del clima alla chiusura di una estate caratterizzata da bombe d’acqua, grandine e vento forte, ma al contempo dalla siccità persistente, con temperature che hanno superato i 40° in alcune aree rurali. 

Finisce così una estate tropicale con una temperatura più elevata della media storica con bombe d’acqua, tornando, nubifragi e grandine che hanno colpito a macchia di leopardo devastando i raccolti con alberi da frutta divelti, filari di vigneti abbattuti, serre distrutte e coltivazioni sott’acqua.

Sono evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto a partire da gennaio fino a settembre 2020 dove l’inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e si sono succeduti numerosi eventi estremi,  secondo le elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d’aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio, le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi e la violenta grandinata del 6 luglio scorso in provincia di Taranto, a Massafra, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana, per finire con il nubifragio che nel foggiano ha distrutto in pochi attimi 300 ettari di pomodoro da San Severo ad Apricena, da Poggio Imperiale fino a Lesina.

“Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori – aggiunge Piccioni – che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante”.

Trova continuamente conferma la tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una elevata frequenza di eventi estremi con manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – insiste la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi.

La grandine – precisa la Coldiretti – è la più temuta per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni nei campi dove è in piena raccolta la frutta estiva e sta per iniziare la vendemmia con il rischio della perdita di un intero anno di lavoro.

La pioggia – continua la Coldiretti – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.  I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono infatti – conclude la Coldiretti – su un territorio reso piu’ fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con il risultato che sono saliti a 232 i comuni in Puglia, ovvero il 78% percento del totale, a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica.