Cronaca/di Coldiretti Puglia
Bene la stretta per recepire la direttiva europea contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, con lo stop alle aste capestro on line al doppio ribasso che in Puglia strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione.
E’ il commento di Coldiretti Puglia, con l’arrivo in Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera referente che inizierà l’iter dell’intervento di cui potranno beneficiare tutte le aziende agricole e le industrie alimentari e probabilmente dalla prossima settimana passerà anche alla commissione Agricoltura della Camera.
“Con le pratiche sleali si aggravano le distorsioni dal campo alla tavola, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi. La crisi causata dal Covid rischia di peggiorare la situazione, con ripercussioni sugli anelli più deboli della catena alimentare, gli agricoltori e i consumatori”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
E’ lunga la lista delle pratiche commerciali sleali – dice Coldiretti Puglia – messe al bando dalla direttiva approvata in via definitiva dal Parlamento Ue e seguita fin dall’inizio da Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo e relatore della direttiva.
Pagamenti in ritardo (oltre 30 giorni dal termine stabilito di consegna per i prodotti agroalimentari deperibili e superiore ai 60 giorni nel caso di non deperibilità), annullamento dell’ordine da parte dell’acquirente con preavviso breve (inferiore a 30 giorni) e che non consente al fornitore di trovare acquirenti alternativi ai suoi prodotti, modifica unilaterale delle condizioni di un accordo di fornitura, richiesta al fornitore di pagamenti che non sono connessi alla vendita e di indennizzi per deterioramento o perdita di prodotti agricoli e alimentari che si verificano quando sono già di proprietà dell’acquirente o comunque già nei suoi locali, rifiuto di confermate in un contratto scritto le condizioni di vendita, divulgazione illecita da parte dell’acquirente di segreti commerciali, minaccia al fornitore di ritorsioni commerciali quando il fornitore rivendica i suoi diritti contrattuali, addebito al fornitore del costo sostenuto per i reclami dei clienti anche se questi non ha alcuna responsabilità.
E ancora – insiste Coldiretti Puglia – la restituzione dei prodotti senza alcun pagamento, la richiesta di un pagamento per la messa a disposizione del mercato e di un contributo del costo degli sconti per la promozione e per la pubblicità, il marketing o per il personale impegnato ad organizzare gli spazi dove avviene la vendita dei prodotti.
“Occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali – insiste Muraglia – nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”.
E’ necessario sanare una ingiustizia profonda – conclude Coldiretti Puglia – rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori.