Lettere/di Luigi Mangia
La storia del cane, amico dell’uomo, è vecchia di 10 mila anni, risale infatti all’era del neolitico. Il cane è fedele, di aiuto, e di compagnia per l’uomo.
Oggi, a causa della crisi dei rapporti sociali causata dal virus, il cane è diventato per l’uomo l’oggetto capace di riempire lo spazio esterno vuoto con l’affetto riempiendo le relazioni sociali. Il cane così evita l’abisso della paura, soccombe e sostiene l’inconscio contro ola solitudine malata.
Il cane è esibito come oggetto di affetto, di piacere, quasi d’amore. A Galatina manca la cultura di vivere col cane rapporti corretti. Manca infatti, l’impegno di farsi carico dei bisogni dell’amico più fedele. Così si porta a passeggio il cane, in villa, nelle strade del centro storico, nelle piazze per fargli fare i bisogni e non ci si preoccupa di raccogliere la sua “cacca”.
I giardini, le strade e le piazze della città sono tutte sporche, sgradevoli all’occhio per la cacca del cane. È una insopportabile vergogna, una offesa alla città, una dimostrazione di menefreghismo e di cattiva educazione.
Il civismo etico, a Galatina, non è mai cominciato, la responsabilità dei cittadini, deve ancora nascere. Siamo città d’arte, sporca e inguardabile e svalutata nel turismo.
L’associazione boys arte e cultura chiede al sindaco di intervenire con forza per tener pulita la città e per tutelare il suo valore artistico e culturale. I turisti, infatti, non amano visitare la città sporca di cacca di cani.