Ricerche&Studi/di Osservatorio Economico David Stasi
Oltre 74mila pratiche inviate al “Fondo di garanzia per le Pmi”, più di 339mila beneficiari di indennità “una tantum”, 12mila congedi, 59mila “bonus baby-sitting”, 118 milioni di ore di integrazione salariale, con causale Covid-19. Ma non solo.
Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico di Aforisma School of Management, ha condotto una dettagliata analisi sui principali aiuti di Stato, già concessi alle imprese e ai lavoratori della Puglia, elargiti al fine di poter “compensare” le perdite economiche causate dal nuovo coronavirus.
In sintesi, nella sola Puglia, si registrano ben 74.782 accessi al “Fondo di garanzia per le Pmi”, per un importo finanziato complessivo di 4,7 miliardi di euro, di cui 63.279 operazioni fino a 30mila euro (dal 17 marzo all’8 novembre); 339.431 sono i beneficiari di indennità “una tantum” (da 600-1.000 euro), al netto delle casse private di previdenza; 52,3 milioni di euro a favore di 13.064 imprese pugliesi, grazie al decreto “Ristori”; 11.921 i congedi straordinari (in media, 19 giornate); 59.139 i “bonus baby-sitting”; 118 milioni le ore di integrazione salariale, dal primo aprile al 31 agosto, con causale Covid-19; il 55,4 per cento delle imprese e il 47,5 per cento dei lavoratori hanno usufruito di trattamenti di integrazione salariale; 60.549 le domande Naspi nei primi 6 mesi di quest’anno (+12 per cento rispetto al primo semestre 2019); 22.982 le domande accolte per il Reddito di emergenza (Rem), sul totale di 43.136 (pari al 54,17 per cento del totale).
Istanze di accesso al Fondo di garanzia per le Pmi. Vengono inviate, senza sosta, le richieste di accesso al “Fondo di garanzia per le Pmi” (istituito con legge numero 662 del 1996 ed operativo dal 2000). Negli ultimi mesi, in Puglia, il ricorso a questo strumento di supporto per le imprese è stato esponenziale. Ben 74.782 le operazioni autorizzate dal 17 marzo all’8 novembre, per un importo finanziato complessivo di 4 miliardi 734 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 63.305 euro). Pari al 4,7 per cento del totale nazionale (100 miliardi 864 milioni di euro, con un importo medio di 80.723 euro).
In particolare, in provincia di Bari, sono state già accolte 23.763 istanze, per un importo finanziato complessivo di un miliardo 822 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 76.693 euro); in quella di Barletta-Andria-Trani ne sono state presentate 7.634, per un importo finanziato complessivo di 485 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 63.512 euro); in quella di Brindisi ne sono state presentate 6.496, per un importo finanziato complessivo di 370 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 56.896 euro); in quella di Foggia ne sono state presentate 10.208, per un importo finanziato complessivo di 590 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 57.793 euro); in quella di Lecce ne sono state presentate 18.508, per un importo finanziato complessivo di 942 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 50.919 euro); in quella di Taranto ne sono state presentate 8.173, per un importo finanziato complessivo di 525 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 64.215 euro).
Le cosiddette “operazioni fino a 30mila euro” sono state 63.279, in Puglia, per un importo finanziato complessivo di circa un miliardo 200 milioni di euro (l’importo medio si attesta a 18.956 euro), pari al 6,3 per cento dell’importo finanziato in Italia riferito alle “operazioni fino a 30mila euro”. Dal 17 marzo (data di entrata in vigore del decreto “Cura Italia”) in poi, l’intervento del Fondo viene concesso automaticamente e le risorse vengono erogate senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore. Gli interventi di garanzia diretta rappresentano la quota prevalente, seguite dalla riassicurazione o controgaranzia.
fonte: elaborazione Osservatorio Economico AFORISMA su dati Inps
Contributo a fondo perduto: decreto “Ristori”. La prima erogazione del contributo a fondo perduto del decreto “Ristori” consiste in 52,3 milioni di euro a favore di 13.064 imprese pugliesi. L’ammontare destinato alla Puglia rappresenta il 5,4 per cento dell’ammontare totale (964,8 milioni di euro) a favore di 211.488 imprese italiane.
Congedi Covid-19 e bonus baby-sitting. L’articolo 23 del decreto “Cura Italia” aveva previsto, in conseguenza dei provvedimenti di sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, uno specifico congedo parentale Covid-19 ovvero, in alternativa, la possibilità di fruizione di un bonus monetario con cui pagare i servizi di assistenza e sorveglianza dei minori (cosiddetti “bonus baby-sitting”).
La fruizione del congedo è stata riconosciuta, alternativamente, ad uno solo dei genitori per nucleo familiare per i figli di età non superiore ai 12 anni, a condizione che nel nucleo familiare non vi fosse altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito previsti in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o altro genitore disoccupato o non lavoratore. Il limite dei 12 anni di età non si è applicato in riferimento ai figli disabili in situazione di gravità accertata. Durante la fruizione del congedo ai genitori è stata riconosciuta un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione con relativa contribuzione figurativa, nel caso in cui sia stato chiesto per un figlio fino ai 12 anni di età. In Puglia, i richiedenti sono stati 11.921, pari al 3,7 per cento del totale nazionale (320.540 domande). In media, sono state richieste 19 giorni, a fronte di una media nazionale di 18 giornate.
Riguardo, invece, al bonus baby-sitting, sono stati 59.139 i pugliesi richiedenti, pari al 4,5 per cento del totale nazionale (1,3 milioni di domande).xxx
Cassa di integrazione. In Puglia, da marzo ad agosto 2020, le ore autorizzate – con causale Covid-19 – sono state 118 milioni, di cui 59 milioni per la cassa integrazione ordinaria, 35 milioni per gli assegni ordinari dei fondi di solidarietà e 24 milioni per la cassa in deroga. Il dato regionale (118 milioni di ore) corrisponde al 4,2 per cento del totale nazionale (2,8 miliardi di ore, di cui 1,4 miliardi per la cassa integrazione ordinaria, 887 milioni per gli assegni ordinari dei fondi di solidarietà e 548 milioni per la cassa in deroga.
Nel periodo marzo-giugno, le imprese pugliesi che hanno fatto ricorso alla Cig-Covid rappresentavano il 55,4 per cento, a fronte di una media nazionale del 54,4 per cento); mentre la quota di lavoratori pugliesi in Cig-Covid è stata del 47,5 per cento, a fronte di una media nazionale del 40,5 per cento. Nel Sud, non solo la quota di imprese che hanno fatto ricorso alla Cig-Covid è stata maggiore rispetto ad altre aree, ma anche la quota di lavoratori in Cig-Covid ha raggiunto valori più elevati della media: in Puglia le ore di integrazione medie per dipendente sono state 246, a fronte di una media nazionale di 219 ore.
Imprese e lavoratori che hanno usufruito di trattamenti di integrazione salariale, da marzo a giugno |