Cronaca/Politica/di Movimento Regione Salento Galatina

Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’ASL di riferimento, devono darci delle
risposte nette e precise, siamo stanchi di subire decisioni poco razionali, con conseguente
enorme danno per la nostra salute.

Dopo l’esito della riunione tenutasi tra i Sindaci di Galatina, Soleto, Sogliano, Cutrofiano,
Aradeo e Neviano, e l’Assessore alla Sanità Lopalco, dalla quale è emersa la totale frustrazione
delle ragioni della nostra comunità e del nostro diritto alla salute, ci mobilitiamo per conoscere
le motivazioni che hanno spinto alla conversione del Santa Caterina Novella a ospedale
esclusivamente Covid.

In tal modo, si è tolto un servizio, un diritto, un punto di riferimento non solo a Galatina ma a
tutti i paesi limitrofi, che contano un bacino di utenza di circa 60000 abitanti. Tale scelta è
infelice e totalmente inaccettabile.
Ci chiediamo quale sarà il futuro dell’ ospedale di Galatina, secondo per dimensioni solo al
Vito Fazzi.

Eppure sarebbe bastato concentrare i posti e specialità dedicati ai pazienti covid nel padiglione
De Maria, già sede di malattie infettive e dunque attrezzato e predisposto a tale funzione, e
perfino dotato di un pronto soccorso covid indipendente. Questa soluzione avrebbe consentito
di mantenere i reparti del blocco centrale in perfetta efficienza.

Per ricevere risposte concrete e puntuali alle nostre richieste, per ottenere il potenziamento
dell’ospedale di Galatina, degli ambulatori del Distretto ed il ritorno ad una configurazione
anche Non Covid, organizziamo una manifestazione permanente che inizierà domenica 15 novembre alle 10; avremo il nostro gazebo, la nostra tenda, davanti all’ingresso dell’Ospedale,
raccoglieremo le firme, ospiteremo tutti i rappresentanti istituzionali e tutti i cittadini e
presidieremo la zona in attesa delle giuste risposte.

Il presidente Emiliano deve capire che non ci si ammala di solo Covid e che deve mantenere la
promessa elettorale di potenziamento dell’ospedale di Galatina.

Non possiamo accettare una situazione che si ripercuote in modo negativo sulla salute di tutti,
ma soprattutto delle persone più deboli, che soffrono di patologie croniche, degli anziani, e dei
disabili. Manifesteremo fino a quando non avremo le risposte ai nostri interrogativi.