“Vero quel che ha detto, ma vogliamo dire il tutto?” Il prof. Duma si confronta con il sindaco Amante.
Lettere/di prof. Rino Duma
Dr. Marcello Amante,
è pur vero che mi sono sentito telefonicamente con l’assessore alla cultura, dr.ssa Cristina Dettù, per le ragioni riconducibili alla mia richiesta di concessione in comodato d’uso di alcuni ambienti di proprietà comunale al Circolo Cittadino “Athena.
È anche vero che mi è stato offerto dalla dr.ssa Dettù uno stanzone situato a primo piano del Palazzo della Cultura, ma è altrettanto vero che il mio rifiuto è dipeso da alcuni fattori che Lei non ha citato nella sua comunicazione apparsa qualche giorno fa su “il Sedile”, quotidiano on-line condotto dal direttore dr. Piero Zurico.
Le faccio presente che, appena mi è stata presentata l’offerta da parte dell’assessore, l’ho accettata senza battere ciglio, considerato che conosco perfettamente quegli ambienti, anche perché vi ho frequentato la seconda e terza media.
Ogni cosa è precipitata allorquando ho fatto presente alla dr.ssa Dettù che in quello stanzone avrei dovuto spostare alcuni armadi di legno e di metallo, un lungo tavolo adibito a lettura, una scrivania, alcune poltroncine e quant’altro necessario per continuare a svolgere il nostro lavoro.
L’assessore mi ha risposto che avrei potuto spostare solo una scrivania, qualche poltroncina e sedia e null’altro. Ed inoltre ha proseguito assicurandomi che in quell’ambiente avremmo convissuto con altre associazioni galatinesi.
Le ho risposto che la frequenza di altre persone estranee al nostro circolo ci avrebbe comunque assicurato un continuo confronto con le stesse, e quindi la possibilità di poter interagire e condividere progetti comuni.
L’assessore mi ha però ribadito che la cooperazione non sarebbe stata possibile per via di una frequenza degli associati scaglionata in tempi diversi durante l’arco della giornata.
In pratica le due-tre associazioni non si sarebbero mai incontrate, pur utilizzando lo stesso ambiente. Ma l’assurdità non finisce mica qui! Ogni associazione avrebbe avuto il locale a disposizione solo per due ore al giorno e senza ottenere le chiavi per poter accedere all’interno dell’immobile.
Di fronte a una simile e assurda condizione mi sono sentito in dovere di rifiutare ogni cosa.
È bene, quindi, che Lei, egregio Sindaco, e i galatinesi sappiano sino in fondo cosa c’è stato tra lo scrivente e l’assessore alla cultura. Chiunque si fosse trovato al mio posto avrebbe categoricamente rifiutato una simile ‘propostaccia’. Dico questo perché non si può e non si deve ‘ammanettare’ la cultura.
Quanto poi ai “pochi locali” di proprietà comunale da Lei menzionati, mi dispiace contraddirla. I locali ci sono e sono anche tanti, alcuni dei quali hanno bisogno di qualche intervento per garantire l’agibilità.
Le rammento inoltre che Lei è al momento il padre di tutti i galatinesi, nei confronti dei quali deve spendersi, senza privilegiare alcuni e dimenticare altri.
Se ha veramente a cuore le fortune della cultura e dell’associazionismo in genere, si dia da fare per creare le condizioni migliori e le necessarie strutture ricettive per un salto di qualità. La città può e deve ripartire per riconquistare lo spazio e la credibilità di un tempo. Al momento vive in uno squallido stato di abbandono e anonimato, dal quale emergono qua e là solo timidi barlumi di vita. Lei, perciò, deve essere il volano principale grazie al quale spingere, sollecitare e attivare ogni ingranaggio utile, in modo che la città si riappropri degli antichi fasti.
Se fossi il sindaco di Galatina sceglierei il migliore palazzo di proprietà comunale e lo darei in gestione alle associazioni, esattamente a quelle disposte a realizzare un minuzioso programma, sia a breve, medio e lungo termine. Nel caso in cui una o più associazioni battessero la fiacca, le manderei via senza alcun attenuante e senza troppo pensare.
C’è un immobile che potrebbe riunire diverse associazioni ed è esattamente il Palazzo che un tempo era frequentato dai soci del Circolo Cittadino e che oggi viene utilizzato dal Corpo della polizia urbana. In questi ambienti può tornare a rifiorire il meglio e il massimo della ‘galatinesità’. Tutto dipende da Lei e dai suoi propositi e progetti di vita.
Se questo mio appello rimarrà inascoltato è segno evidente che non ha a cuore traguardi culturali; se, invece, mi ascolterà passerà nella storia cittadina come colui che ha impresso una svolta epocale alla vita che conta. La città ne guadagnerebbe e crescerebbe non soltanto culturalmente ma anche e soprattutto socialmente ed economicamente.
So per certo che quanto prima i vigili urbani saranno trasferiti nell’immensa e bella sede (chiusa da anni) del Tribunale. Ed allora si dia da fare per realizzare l’antico sogno di tanti cittadini, che intendono impegnarsi con ogni energia perché questa città sia per davvero l’Ombelico del Salento, non solo geograficamente ma soprattutto culturalmente parlando. Basta volerlo.
Si ricordi che l’universo è nato da un granello cosmico da cui si sono formati nel tempo miliardi di galassie, stelle e pianeti. Può accadere tutto ciò anche in un pigro paesello del Salento, qual è Galatina, in cui un sindaco lungimirante e innovatore, grazie alla tenacia, alla forza delle sue idee ha creato una realtà di tutto rispetto. Il successo, la fama e il trionfo spetterebbero unicamente a Lei, così come la sconfitta, la ritirata e la vergogna le farebbero compagnia per un’intera vita, nel caso in cui recedesse da ogni proposito.
Si può fare, caro Sindaco. Lei ha nelle mani un solo cerino con il quale può accendere diverse candele e far tornare il sorriso, la luce e, forse anche, lo splendore in questa sonnacchiosa ma bella città. Attendo sue notizie.
Con sincera stima e con l’augurio che metterà a frutto il mio consiglio, la saluto caramente.
Rino Duma