“Esiste da sempre, da quando hanno inventato l’asfalto”
Lettere/di Enzo Del Coco.
Non se ne può più!
L’Amministrazione Comunale vara un piano per il rifacimento di alcune strade, e tanti chiedono a me quale possa essere stato il criterio di scelta usato, perché quella strada si e perché la parallela no. (esempio)
Chiedono a me, sbagliando indirizzo, “come persona informata dei fatti” come si usa dire in altri campi.
Dopo esagerate e quotidiane insistenze, per tenere bassa la tensione, e nel contempo agevolare il lavoro di chi amministra, mi sono solo limitato a raccontare cose viste, fatti vissuti.
Lo schema utilizzato per la scelta delle vie da sistemare, mi sembra di ricordare, era, in ordine, il seguente:
- Strade dissestate centrali ad alta frequenza, traffico intenso.
- Strade più o meno dissestate con traffico medio basso, ma con alta evidenza pubblica.
- Strade secondarie, strade periferiche, strade di campagna con alta concentrazione di case abitate, stradine urbane sterrate e dimenticate.
Il criterio di scelta, abbastanza complesso – considerato il numero esorbitante di metri quadri da asfaltare e le risorse da investire spesso esigue – era dettato dai suggerimenti, in ordine d’importanza, espresso da Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali; in una sorta di riunione di maggioranza, si apriva l’animato confronto e chiusa la discussione tutti consegnavano nelle salde mani di chi era deputato a compilare l’elenco, il biglietto con l’indicazione della strada “privilegiata”.
Si dava la priorità alle strade dove insisteva la propria abitazione, dei genitori, parenti e affini, da non scordare “i grandi elettori”, quelli che edificavano case su case, finanziatori occulti e manco tanto, e non per ultimo, i portatori sani di voti seri.
Ricordo che sull’elenco delle strade da sistemare mancava solo il numero civico, da quel momento in poi, il fortunato residente avrebbe potenzialmente salvato la madre da probabili cadute provocate da manto stradale sconnesso e i propri pneumatici dalle ingiurie delle buche.
Allora, qualcuno mi chiese se fosse mio desiderio fare sistemare Via Venezia, Rione Italia, vecchio Bronx, la via di mia Madre, che insieme a via Taranto formano la prima strada che collega Via Corigliano a Via San Lazzaro, una specie di provinciale percorsa ogni giorno da centinaia di automezzi.
Risposi senza indugiare che non era il caso; è passata una vita, i miei, mia madre e mio padre non ci sono più, la strada è ancora lì distrutta, anche se ormai ci passo poco.
Il ricordo spesso stimola altri ricordi:
Tanti e tanti anni fa, la vecchia DC e i Socialisti dell’epoca, avevano il controllo totale della cosa pubblica della nostra ridente Galatina, è inutile dire che non ce n’era per nessuno. Detto ciò, un giorno chiesi con simpatia, ad un consigliere comunale al comando, perché era stata inserita nell’elenco per il rifacimento del manto stradale una via con poche case, tale strada non corrispondeva a nessun nome dei suggeritori di palazzo Orsini; mi rispose, con aria severa, che di quella stradina poco frequentata non si doveva parlare, si chiedeva totale discrezione, a protezione di una storia privata pericolosa, esplosiva, diciamo di alta sensibilità, richiesta fatta da un Amministratore della Città.
Per dirla tutta, in quella stradina, ad un determinato numero civico, viveva una donna, era “l’amante” dell’uomo di governo, un amore segreto, segretissimo.
Non chiedetemi nomi e cognomi ….. è passato troppo tempo e comunque non lo farei mai e poi mai.
Una storia vera che racconta uno spaccato della “prima repubblica” e bisogna dire che “in quei tempi là” tutto ciò era tanto chiaro fino a sembrare normale.
In questo tempo, invece, senza quasi rendercene conto, senza rumore, siamo già passati dalla seconda a “prima della prima repubblica”.
Il metodo di scelta delle strade da sistemare – prima la propria, insieme a quella di parenti, amici e portatori di voti – esiste da sempre, da quando hanno “inventato l’asfalto”, e menzogne a chi chiede di avere una strada dignitosa non si devono mai raccontare.
Vi ho narrato una storia, storia di cose viste, di fatti vissuti, che può aiutare quelli che verranno a tentare di cambiare registro, a fare meglio, magari a scegliere le strade da sistemare cercando quelle disastrate in uguale misura, identificare la zona, misurare le risorse disponibili e magari estrarre a sorte, nella consapevolezza che strade e piazze, dando loro virtualmente un’anima, hanno uguali diritti, come hanno sacrosanti diritti tutti i cittadini che ci abitano e pagano le tasse.