Cronaca/Attualità/di Coldiretti Puglia

Richiesta l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale per i territori di Rignano Garganico, Foggia e San Severo, con l’approvazione della Giunta regionale della proposta urgente al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali di declaratoria delle eccezionali avversità atmosferiche, dopo il disastro idrogeologico avvenuto nel luglio scorso, quando la violenta alluvione ha spazzato via intere agricole come “Villanova”.

A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto del MIPAAF che ha finanziato il Fondo per il rimboschimento e la tutela ambientale e idrogeologica delle aree interne, con la messa in sicurezza e manutenzione del suolo e rimboschimento, a beneficio delle aziende agricole e forestali. Lo stanziamento è di 3 milioni di euro, dove 1 milione di euro è assegnato solo a 4 regioni che occupano un terzo della superficie forestale italiana, tra cui la Puglia con 179mila ettari.

Destinatari dei contributi – riferisce Coldiretti Puglia – sono le aziende agricole e forestali, con un corsia preferenziale per gli interventi effettuati da imprenditori agricoli e forestali di età inferiore ai quaranta anni, compiuti alla data di chiusura del bando, che devono avere la disponibilità dei terreni su cui si intende realizzare l’intervento e devono essere regolarmente iscritte all’albo delle imprese forestali della regione dove si intende realizzare il progetto.  

Sono ammessi contributi per interventi che spaziano dalla realizzazione e manutenzione straordinaria di opere di sistemazione idraulico-forestale finalizzati a ridurre il rischio idrogeologico (inclusa la viabilità forestale), al ripristino e miglioramento delle superfici forestali degradate a causa di eventi estremi ma anche di incendi boschivi. Sono stati anche definiti dei criteri di priorità che, per esempio, premiano i progetti delle aziende che operano nei comuni montani, quelli nelle aree definite come boschi di protezione o ancora nelle aree classificate ad alto rischio di incendi o sottoposte a vincolo idrogeologico.

“Oltre l’89% dei comuni pugliesi è a rischio frane, smottamenti e dissesto idrogeologico con la tropicalizzazione del clima caratterizzata da eventi estremi e controversi che aggravano lo stato di salute di un territorio già molto fragile. Sono misure che vanno implementate perché il rischio idrogeologico in Puglia è una pericolosa realtà e in Salento va sostenuta la riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto sull’area infetta da Xylella che ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio, con superfici irrimediabilmente degradate e i frequenti incendi”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia – a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.

Lo scenario è aggravato dal dato negativo del consumo del suolo in Puglia, dove – conclude  Coldiretti Puglia – sono stati ‘mangiati’ in 15 anni in Puglia 157.718 ettari di suolo, uno dei dati più negativi d’Italia, a causa dell’abbandono, della cementificazione e dei nuovi impianti fotovoltaici installati a terra che hanno assorbito il 37%  del suolo consumato in Puglia in un anno tra il 2019 e il 2020.