Rubriche/Opinioni/di Luigi Mangia
Il Governo di Mario Draghi, al suo insediamento di un anno fa, aveva scommesso di tenere la scuola aperta e la didattica in presenza. Per la scuola il Governo ha fatto molto, investendo soldi e riconoscendo centrale e strategica, la formazione dei giovani.
La lotta contro la pandemia del Coronavirus si è complicata, è diventata più difficile con le varianti, soprattutto con Omicron il cui contagio interessa i preadolescenti, compresi i bambini. La comunicazione degli esperti e delle agenzie non è stata chiara ma ondivaga e contradittoria. Così: “il Coronavirus non è una minaccia per la salute. Gli aerei “CDC” richiedono la quarantena per i viaggiatori internazionali. Non toccate le superfici, non avete bisogno della mascherina, al contrario dovete metterla. Le superfici sono rischiose evitate di toccarle”.
L’ultimo decreto del Governo del 5 gennaio, non ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, con le diverse modalità delle quarantene dalla scuola dell’infanzia alla superiore di secondo grado, ha ulteriormente aumentato la confusione coinvolgendo le famiglie, le quali si trovano nel disordine più completo.
Ora non ci deve sorprendere se le persone sono disorientate su come affrontare il problema e avere fiducia nella scienza e quindi nel vaccino. Bisogna superare la paura e avere fiducia nella scienza. Un genitore per vaccinare il figlio deve credere, deve essere certo di decidere per il bene e per la salute del proprio bambino; deve essere aiutato a superare il trauma della puntura del proprio figlio, infine deve essere portato a credere che solo il vaccino può superare e favorire una crescita sana e regolare per il figlio.
Il genitore deve essere guidato a portare fuori e lontano dalla paura del virus il figlio, curando e promuovendo relazioni sociali come il gioco, la vita di comunità, la partecipazione alle attività culturali. L’isolamento oltre ad essere una malattia, è anche la causa della perdita di autostima, fondamentale per superare la paura di non farcela.
Essere genitore oggi è davvero impegnativo, perché si è chiamati ad avere un ruolo inedito nell’educazione e nella crescita sociale ed intellettuale del figlio causato dalla pandemia, la quale ha cambiato le regole di come abitare lo spazio e vivere il tempo. Per superare la crisi, bisogna credere e avere fiducia nella e per la scuola, in particolare, mantenere la didattica in presenza perché il sapere, il conoscere e il fare, sono tutti verbi di comunità. La scuola è il tempo della vita in cui non si è mai soli ma si vive sempre di relazioni scambiando sentimenti, gesti e parole. La scuola è la casa dove l’essere da bambino diventa uomo: essere sociale.
Un felice ritorno a scuola e un buon inizio di anno scolastico 2022.