Rubriche/Opinioni/di Silvana Bascià, mera cittadina.
Siamo agli esordi di una nuova campagna elettorale, che vedrà protagonista la nostra bella Galatina per la corsa alla poltrona.
Per ora sono 4 i volti “scoperti” in piazza che hanno scelto di candidarsi a Sindaco di un paese bello tanto quanto dannato o, forse, semplicemente inerme alla corsa del tempo che inesorabilmente non aspetta e non si ferma a guardare.
Ma passivamente siamo noi che, seduti “alla villa”, lo osserviamo scorrere senza muovere un dito (se non per commentare/giudicare senza proporre soluzioni tangibili sui social network, che ormai han preso il post(o) del dialogo sorseggiando un caffè la domenica mattina davanti alla Chiesa Matrice) .
Prima di esprimere il mio personalissimo e sicuramente ignorantissimo pensiero, vorrei fare un excursus storico sulla politica galatinese e sul difficile mantenimento di un lustro (anche se mi ricorda molto periodi di lutto e spesso non è neanche così differente la sensazione) da parte di un Sindaco.
Dal 1993 fino al 2017, escluso il breve periodo 1996-2000, Galatina non ha avuto un’amministrazione in grado di resistere fino alla fine del suo mandato partendo da Rizzelli, passando dal decennio di Garrisi che dal CDU, passa dalle Liste Civiche e finisce in Forza Italia e finendo al 2016 quando anche il sindaco Montagna decide di abbandonare il trono, lasciando poi spazio l’anno successivo al consigliere uscente Marcello Amante, in grado di resistere (anche se parlerei più di resilienza, visto l’uso spasmodico del termine ultimamente) 5 lunghi e interminabili anni. Quanto meno per i cittadini.
Ora sento parlare di Ri(n)voluzione dall’unico volto femminile che per 3 anni ha governato con delle liste civiche di sinistra, promuovendo sportelli per ascolto disabili (campati pressappoco un annetto), vacanze e terme per anziani (ecco da dove sicuramente la cara Paola nel 2017 ha preso l’idea, ma senza dubbio libera (sicuro che intendeva da lei?)), intercettando i fondi per la tristissima palestra di Via Montinari e tanto altro. Affermando alle scorse amministrative che molto spesso i galatinesi girano “alla villa” nostalgici dei vecchi tempi gloriosi incespicando su cosa farebbero se potessero loro scegliere e che i (fu) candidati sindaci non erano che uno splendido specchio di questa situazione.
“Ci sono potenti e pre-potenti.
Non mancano i vanitosi moralisti, supponenti ipocriti con se stessi e con gli altri. In alcuni casi ignoranti.
In altri decadenti esistenzialisti così tanto concentrati su se stessi da perdere di vista le cose importanti che si possono e si debbono fare per il bene della città”, assurdo come poi il PD abbia appoggiato questi di cui sopra al ballottaggio successivamente, a maggior ragione se poi ha aggiunto il carissimo PD “siamo preoccupati che inattività, galleggiamento e indolenza siano le uniche caratteristiche a contraddistinguere questi anni di amministrazione a guida Amante”, mi auguro che almeno questa volta non ci sia una ridicola coalizione in fase di un ipotetico ballottaggio.
Mi perdonerete se la parola Rivoluzione ha ben altro significato intrinseco, se nasce dal nuovo, se l’ultima volta che l’ho sentita in politica locale fu nel 2016 in Piazza Salandra a Nardò, da un candidato sindaco che per almeno una decina d’anni prima non aveva fatto altro se non militare attivamente sul territorio e crearsi una squadra non ad hoc pre-elezioni, e se poi, questa “riv-” l’ha fatta realmente.
Perdonate se, nella grande giunta di questi ultimi 5 anni, molti consiglieri hanno giocato a nascondino, molti hanno saltellato da una lista civica ad un partito e viceversa senza trovare il loro reale posto nel mondo ma dicendo tutto il contrario di tutto, senza concretamente “far cosa?”; qualcuno ha perfino abbandonato la barca del vincitore, abbandonato il gruppo che ha vinto il premio di miglior coesione Nazionale, andando realmente “oltre” …. il fantascientifico. Di oratori social credo che il mondo sia ormai pieno zeppo, di gente “che sa dare buoni consigli perché non può più dare cattivo esempio” anche.
L’amministrazione uscente dichiara di aver svolto un lavoro eccellente, “risultati straordinari” per una Galatina sempre più “incantevole”, non me ne vogliate, ma raccogliere palate di ‘mmunnezza perfino dalle aiuole della splendida e decadente villa, in preda a cestini di raccolta rifiuti intasati di buste domestiche di ogni tipo, cestini destinati ai bisogni degli amici a quattro zampe rotti e senza buste da un secolo, esercitare il “saltodellefeci” in ogni dove, covid che ha lasciato comitive di adolescenti in preda a crisi esistenziali dediti al lancio della bottiglia/lattina/involucro di fastfood, servizio dell’auto amica parcheggiata sotto “alla Pupa” o in tripla fila ma sicuramente con il mantello dell’invisibilità, verde pubblico incrementato con le erbacce fuori porta che il “cittadino nullafacente” dovrebbe tagliarsi da sé e non fotografare (semi cit. di un parente a caso), pensiero sgradevolissimo ampiamente sostenuto da parte dell’amministrazione.
Forse la sto tirando troppo per le lunghe come mio solito, ma di cose da dire ne avrei davvero a bizzeffe, riservo ad altre sedi uscite da padre padrone folkloristiche, incontri ravvicinati del terzo tipo senza un minimo di saluto, ma poi arrivano le letterine a casa di convivialità, gli ostacoli (ovviamente sofisticamente svolto in modo da non aver prove tangibili) capillari e le brutte e maleducate considerazioni anche da parte di consiglieri poeti e viandanti, ma, a volte bisogna anche saper essere furbi e prevenire, che ..”questa stanza non ha pareti, ma orecchie infinite ed alberi in fiore”.
Mi auguro con il cuore e con tutto l’Amore che ho per la mia città e che cerco da anni di dimostrare con il dispendio di energie, soldi e tempo nel campo del sociale e dell’ambientalismo scientifico, attivo e partecipativo che anche questa realtà bella e dannata possa risplendere di luce propria e possa godere di una Ri(E)voluzione, che parta, soprattutto, come dice Stratta e Sergio da una leadership gentile, che il vero cambiamento non è impossibile, neanche in un comune con un dissesto finanziario utilizzato come miglior scusa dell’anno (dopo il coeso e amorevole gruppo forte e saldo, disgustosa e disdicevole copia dell’originale neretino), ognuno che si metta una mano sulla coscienza e sul cuore e che parta da se stesso, poiché lo Stato non è altro che il riflesso del suo popolo e viceversa.
Non ho grosse aspettative, anche perché credo che il fondo sia stato toccato ed è palpabile il malessere che dilaga nella nostra cittadina senza riferimenti, senza padre, senza una guida che emani fiducia e sicurezza, non solo arroganza e saccenza.
L’unico augurio che posso fare è che vinca il migliore e che, stavolta, non si cada in omertosi giochi di ricatto, poiché il posto di lavoro, la gara d’appalto, la “spinta”, possiate guadagnarvela o ottenerla anche senza consumarvi la lingua sul deretano di chicchessia, perché poi sennò fotografare o presenziare al muro realizzato dai soci del circolo di Legambiente su viale Ofanto striderebbe un po’; Borsellino vi schiaffeggerebbe se potesse ogni qualvolta lo nominate in pubblico o sulle vostre “socialpagine”.
Ora finisco davvero, che vinca il migliore e che, come ho detto e fatto scrivere su quel succitato murale, abbiate CORAGGIO e siate LIBERI, che solo una mente libera non è addomesticabile.
Ad maiora…